“State a casa! Siamo al picco del virus, ci sono 20 o 30 nuovi casi al giorno”

di Michele Varì

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Disperato appello di un rianimatore del San Martino: “Gli anziani ricoverati sono morti quasi tutti e l'età media si sta abbassando”

“State a casa! Siamo al picco del virus, ci sono 20 o 30 nuovi casi al giorno”

“State a casa perché in questi giorni siamo al picco, e speriamo davvero di esserlo, della pandemia, lo confermano gli ingressi in ospedale di sospetti Covid-1, da uno o due sono passati prima a quattro o cinque e ora siamo a venti, trenta persone al giorno, ed è flusso costante...”

È il disperato appello di un medico rianimatore dell'ospedale San Martino in prima linea in questa guerra contro il virus. Un professionista sfinito dai turni di lavoro come tutti gli operatori del policlinico che accetta di parlare in modo anonimo solo per lanciare questo avviso, nel tentativo di convincere i cittadini a non uscire di casa:

“ Gli anziani ricoverati sopra i 75 o 80 anni sono morti tutti e ora l'età media sta scendendo, è intorno ai 65 anni, questo significa che arrivano pazienti con difficoltà respiratorie che hanno bisogno delle macchine che hanno 40 anni e anche più giovani”.

Da alcuni giorni per recuperare posti letto per le terapie intensive il medico e altri colleghi, infermieri, ausiliari, sono riusciti nell'impresa di trasformare un reparto del monoblocco destinato ad diventare un blocco di sale operatorie in nuovi posti di rianimazione, “abbiamo preso tutti macchinari che potevamo riciclare, monitor, pompe infusionali per infondere i farmaci, e li abbiamo adeguati cambiando i software in modo da inventarci altri posti letto di terapia intensiva per assistere i pazienti Covid-1. Al San Martino ancora a tappo, grazie al sacrificio di tutti abbiamo ancora posti disponibili, ma speriamo che il picco della malattia regredisca al più presto sennò non ce la faremo più”.

Malati che adesso arrivano da ogni quartiere, ogni città, “Chiavari, altre località del Tigullio, da ogni parte di Genova, da Borgoratti, dal centro, Molassana, se la prima ondata erano persone a contatto con i cluster di Lombardia e Veneto, ora la mappa si è estesa a macchia d'olio ovunque”.

Il rianimatore poi si lascia andare a qualche riflessione: “In Italia e in Europa siamo partiti in ritardo perché non ci siamo fidati dalle prime terribili notizie giunte dalla Cina. Questo virus invece è terribile, più contagioso di altri, e reagisce in modo diverso per ogni soggetto, a volte sembra regredire, e poi si presenta con maggiore aggressività. La sua virulenza ha comunque sorpreso tutti, ci sono stati epidemiologi italiani che hanno capito subito quanto fosse contagioso e pericoloso, penso a Burioni, a Galli, ma tanti altri lo hanno sottovalutato, come era facile fare visto che non un virus così contagioso nel mondo non c'è mai stato. I vertici del policlinico? Parliamo d'altro, diciamo che a reggere tutto è la base, il sacrificio e la professionalità di medici, infermieri e altri operatori, ci sono medici di guardia ed infermieri che hanno lavorato 72 ore di seguito, dormendo in reparto e poi riattacando, altri 48 ore o 24 ore”

Per fare capire la gravità della situazione il medico racconta: “Noi del San Martino e altri ospedali italiani abbiamo acquistato dei ventilatori presso fabbriche tedesche e francesi, visto che nessuno in Italia produce questi macchinari determinanti per salvare la vita a riesce più a respirare in modo autonomo, che però non ci sono stati mai inviati perché sono stati come requisiti dai loro governi ora consapevoli della gravità della situazione e lo stesso sta accadendo per la mascherine”.