Smart working, l'indagine Uiltec: "Dieci ore in più lavorate ogni settimana"
di Marco Innocenti
In Liguria sono circa 15mila gli addetti del comparto tessile, energia e chimica che stanno lavorando da remoto
Un’indagine Uiltec svolta sul territorio ligure nelle aziende del settore dell’energia, della chimica e del manifatturiero, su un campione di 100 tra lavoratrici e lavoratori, evidenzia che, in media, i dipendenti in Smart Working lavorano dieci ore in più a settimana. Per questa ragione, la Uiltec può affermare che, senza regole certe, lo Smart Working può rappresentare un avversario. In Liguria per circa 15 mila tra lavoratrici e lavoratori del comparto del tessile, energia e chimica, lo Smart Working dovrà diventare invece un alleato fidato per non lasciare per strada salario e diritti.
Il tema è stato approfondito nel corso dell’iniziativa: “Smart Working, il lavoro agile tra illusione e vantaggio”. Il bisogno di proteggere lavoratori e cittadini dal Covid ha accelerato un processo che in Italia, Liguria compresa, non aveva ancora raggiunto livelli rilevanti fino al 2020. La pandemia ha sdoganato lo Smart Working, che, sempre più, al netto delle tante declinazioni, sarà uno strumento da consolidare attraverso una contrattazione sindacale seria: i tempi sono maturi per cominciare a parlare di riduzione dell’orario di lavoro a parità di trattamento economico. È questo il ragionamento alla base dell’evento che si è svolto oggi alla presenza del segretario generale nazionale della Uiltec Paolo Pirani.
Sul gradimento o meno dello Smart Working, la Uiltec Liguria – in particolare il dipartimento Pari Opportunità attraverso la sua coordinatrice Colli Elisabetta – ha avviato un’indagine conoscitiva anonima su un campione di 100 tra lavoratrici e lavoratori all’interno di Eni, Enel, Iren, Snam Panigaglia. Il campione è formato dal 60% di lavoratori e dal 40% da lavoratrici di età compresa tra i 20 e i 40 anni; dal 75% lavoratori e dal 15% lavoratrici di età compresa tra i 40 e i 50 anni; dall’80% di lavoratori e il 20% lavoratrici con più di 50 anni. In media, il campione intervistato ha 1% figli da 0 a 5 anni, 11% figli dai 6 ai 15 anni, 88% figli con più di 16 anni.
Da marzo 2020 a febbraio 2021 l’indagine rileva che ci sono verificate alcune difficoltà di carattere organizzativo e altre derivanti da una richiesta di maggiore sicurezza e privacy, come: esigui spazi da dedicare al lavoro e da condividere con il resto della famiglia, collegamento alla rete a carico del lavoratore, mancanza di postazioni adatte con sedie inadeguate, schermi piccoli, nessuna stampante, consumi a carico del lavoratore, rapporti e comunicazione difficoltosi con i colleghi, disturbi alla vista e problemi derivanti dalla postura, consumi maggiori di gas e luce, mancanza di buoni pasto e impossibilità di disconnessione. Il rispetto delle canoniche 8 ore di lavoro è venuto meno, con in media dieci ore in più a settimana a lavoratore. Inoltre si sono registrate difficoltà nella gestione dei rapporti per anomalie e controversie tra colleghi e superiori. Naturalmente non sono mancati e non mancano gli aspetti positivi, come l’assenza di spostamento da casa al lavoro e viceversa, in molti casi si è accertata meno distrazione e più produttività. Non si evidenziano timori nel rientro in presenza.
Con lo Smart Working una vera rivoluzione nell’organizzazione del lavoro è in atto, un grande cambiamento che va necessariamente rilanciato con una serie di misure a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. “Investire sulla digitalizzazione degli strumenti di lavoro e sui processi amministrativi è doveroso – spiega Salvatore Balestrino, segretario generale Uiltec Liguria - La retorica dello Smart Working ci consegna un mondo più semplice ma che fornisce armi affilate alla controparte. L’ordinaria rilevazione dell’orario di lavoro non è più attuale: occorre agganciarla alla produttività per ottenere davvero un equilibrio tra i tempi di vita e di lavoro”. Il decentramento reso possibile dall’informatica e dalla tecnica rischia di porre soprattutto le donne in condizione di svantaggio economico e sociale, quindi di essere depotenziate rispetto a una dimensione pubblica sempre più evanescente.
Hanno partecipato all’evento: Paolo Pirani, segretario generale Uiltec – Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria – Marco Lupi, Responsabile nazionale sicurezza Uiltec – Sibmone Palmbieri, Coordinatore sicurezza Uiltec Liguria – Elisabetta Colli, Segretario regionale e Responsabile Pari Opportunità Uiltec Liguria – Salvatore Balestrino, Segretario generale Uiltec Liguria – Paola Strati, Responsabile Area Risorse Umane Confindustria La Spezia – Giovanna Badalassi, Economista – Gibulia Bacchi, Innovation Trainee, autrice anche della locandina. Ha moderato l’evento Giada Campus, responsabile ufficio stampa Uil Liguria.
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