Serra Riccò, apre i battenti il nuovo centro tamponi a Pedemonte
di Marco Innocenti
Il sindaco Angela Negri: "Iniziative importanti anche per il post covid: la chiave di tutto è la collaborazione"
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Ancora una volta è la collaborazioni fra istituzioni e territorio a fare la differenza: aprirà infatti i battenti mercoledì mattina il nuovo centro tamponi di Pedemonte, in alta Valpolcevera, nel comune di Serra Riccò. Un risultato fortemente voluto dall'amministrazione locale ma che ha trovato sponda nei medici di base, nella Croce Bianca e Croce Rossa, nella Protezione Civile, nell'ASL e nella Cooperativa sociale "Le formiche" che ha offerto gratuitamente i lavori di ristrutturazione dei locali dove sorgerà il nuovo centro, in via Medicina 56.
"Davanti all'ambulatorio ci sono tre posti auto - ci spiega il sindaco di Serra Riccò, Angela Negri - quindi potranno essere effettuati test sia drive che walk. Al momento abbiamo raccolto l'adesione di 9 medici, con pazienti sparsi sui territori dei comuni di Serra Riccò, Sant'olcese, Mignanego e Campomorone. Non sarà infatti un centro ad accesso libero per tutta la cittadinanza ma piuttosto un locale presso il quale i medici aderenti potranno effettuare i tamponi ai propri pazienti e su appuntamento [senza quindi rischiare di "sporcare" i propri studi, dove si continueranno le normali visite, ndr]. Il protocollo prevede che all'ambulatorio possano accedere solo pazienti che hanno avuto contatti, che sono rientrati dall'estero o che devono essere ricoverati in ospedali o strutture sanitarie e quindi necessitano del tampone preventivo".
"Non potevamo creare un ambulatorio ad accesso libero - aggiunge il sindaco - perché sarebbe stato necessario una struttura diversa dei locali ma anche personale infermieristico e dpi differenti. E' comunque un servizio alla comunità visto che questi 9 medici sono tutti massimalisti e coprono una platea di oltre 10mila pazienti sparsi su tutto il territorio. Credo che siano iniziative importanti anche per il futuro, perché quello che si è creato è un vero modello di collaborazione che servirà anche dopo perché non è che i problemi della sanità finscano col covid".
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