Sanità, la cura Bucci funziona ma non basta: ora tocca a Nicolò e ai suoi 'saggi' trovare le soluzioni ai tanti problemi
di Matteo Cantile
La nuova amministrazione accelera: abbattuti 39 milioni in poche settimane. Convocata una riunione urgente con i vertici sanitari.
Il disavanzo della sanità ligure, oggi a 220 milioni di euro, è al centro delle priorità della nuova amministrazione regionale guidata da Marco Bucci. Dopo un primo intervento deciso, il deficit è stato ridotto di 39 milioni. Ora si punta a chiudere il bilancio in pareggio entro la fine dell’anno, evitando nuove tasse nel 2025.
Deficit sanitario – Il bilancio della sanità ligure presenta ancora un rosso significativo, ma gli sforzi avviati stanno dando i primi risultati. A settembre il deficit sfiorava i 260 milioni di euro, una cifra che avrebbe avuto conseguenze pesanti per la Regione. Oggi, dopo un incontro giudicato piuttosto ruvido ("O abbattete il deficit o andate a casa", aveva detto Bucci al primo faccia a faccia con i direttori generali) e i primi interventi mirati, il disavanzo è sceso a 220 milioni. E' già un risultato ma ovviamente non basta
Convocazione urgente – Lunedì mattina, i vertici delle Asl liguri e degli ospedali principali si riuniranno con Massimo Nicolò, designato come assessore alla sanità, per definire un piano di azione. Sebbene non abbia ancora assunto ufficialmente il ruolo (ci vorrà ancora una quindicina di giorni perché la nuova Giunta entri in carica), Nicolò è già operativo. Alla riunione parteciperanno anche figure chiave della gestione economica regionale.
Obiettivo pareggio – Entro dicembre, la Regione deve azzerare il disavanzo del 2024 per evitare l’aumento dell’addizionale Irpef e l’ingresso nella lista delle regioni in rosso. Un eventuale fallimento porterebbe al blocco di assunzioni e investimenti, oltreché a obbligare Bucci a fare quello che nessun politico vuole mai fare, specialmente con le elezioni amministrative di Genova alle porte, cioè mettere le mani nelle tasche dei liguri.
Strategia economica – Dal palazzo della Regione filtra un cauto ottimismo: ci sarebbero infatti almeno 100 milioni di euro disponibili da fondi di riserva, ma le Asl e gli ospedali dovranno tagliare ulteriori costi senza ridurre i servizi essenziali ai pazienti. Il piano prevede anche l’eventuale slittamento di alcune spese ai primi mesi del 2025. Un'operazione nel complesso non facile: che la Sanità fosse la spina nel fianco della nuova amministrazione, del resto, era cosa nota. Adesso spetta alla nuova gestione trovare la quadratura del cerchio, nonostante le diverse ombre che hanno circondato la nomina di Nicolò e del Consiglio superiore di Sanità: la convivenza tra tanti professionisti diversi, tutte prime donne nel campo sanitario, non sarà semplicissima. Ma l'urgenza di una soluzione ai tanti problemi che gravano sulla sanità, non solo di bilancio ma anche di prestazioni, non permette di guardare in faccia nessuno.
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