Sanità, Bassetti a Telenord: "Sistema Liguria migliorabile ma non in crisi, burocrazia il vero problema, bene Nicolò assessore"

di Matteo Cantile - Carlotta Nicoletti

Il virologo fa il punto sulla situazione della macchina sanitaria della nostra regione

Ospite di TgnToday a Telenord, il professor Matteo Bassetti risponde alle domande di Carlotta Nicoletti e del direttore Matteo Cantile sulla sanità in Liguria e le prospettive per il futuro.
 

Come sta la sanità in Liguria - "Il sistema sanitario sembra malato agli occhi della maggioranza delle persone, ma in realtà, per quanto riguarda le patologie gravi, come quelle traumatiche, tumorali o croniche, rimaniamo uno dei migliori sistemi sanitari del mondo. Personalmente, non ho mai assistito a persone con patologie gravi che abbiano avuto problemi. Nella nostra regione, credo che su questi temi il sistema sanitario rappresenti un’eccellenza. I problemi maggiori, invece, derivano dalle liste d'attesa e dalla gestione dei casi meno gravi, spesso legati a una burocrazia eccessiva. Non sono d'accordo con chi parla di fallimento, dire che la sanità in Liguria va male è un'affermazione errata. Il sistema sanitario ligure ha sicuramente margini di miglioramento, ma non si può dire che non funzioni. Personalmente, mi onoro di lavorare all'interno di questo sistema. Certo, ci sono dei problemi, come le liste d’attesa, ma il sistema nel complesso sta bene. Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio: se ci sono problemi, si devono affrontare, ma non si può dire che tutto vada male.".

Problema burocrazia - "Purtroppo, una parte significativa del lavoro dei medici, sia in ospedale che nel territorio, è dedicata alla burocrazia: piani terapeutici, ricette, moduli da compilare. Questo rallenta notevolmente il sistema. Se un medico dedicasse meno tempo alla parte burocratica e più al paziente, molti problemi potrebbero essere risolti. La sburocratizzazione è urgente, e dovrebbe passare attraverso una digitalizzazione, come ad esempio un fascicolo sanitario unico che permetta una visione completa della storia del paziente, indipendentemente da dove abbia effettuato gli esami".
 

Medicina difensiva - "La medicina difensiva nasce anche dal rischio giudiziario che i medici corrono. Purtroppo, in Italia, il reato medico è ancora un reato, cosa che non accade in molti altri Paesi. La depenalizzazione del reato medico è un tema nazionale che credo vada affrontato. In aggiunta, un altro modo per ridurre la medicina difensiva è migliorare la formazione. In alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, gli specialisti sono obbligati a certificarsi periodicamente per rimanere aggiornati. Questo potrebbe essere un modello utile anche per l’Italia".
 

Nuovi ospedali: Felettino, Galliera, Erzelli - "La situazione degli ospedali è complessa. Spesso sarebbe più conveniente costruire nuovi ospedali piuttosto che ristrutturare quelli esistenti, che in molti casi sono vetusti. Il San Martino, ad esempio, ha padiglioni costruiti 100 anni fa, che sono difficili da ristrutturare per adattarli alle tecnologie moderne. È fondamentale investire in ospedali nuovi e più funzionali, con tecnologie all'avanguardia, per rispondere alle crescenti esigenze del sistema sanitario. Sarebbe utile attingere a finanziamenti nazionali o europei per questi progetti".
 

La nomina a Commendatore - "Sono molto orgoglioso di aver ricevuto questo riconoscimento. Non è solo un premio per me, ma per tutti i professionisti che hanno lavorato duramente, soprattutto durante la pandemia. Molti sanitari sono stati chiamati eroi, ma erano semplicemente persone che facevano il loro dovere. Spero che questo riconoscimento venga condiviso con tutti i colleghi che hanno lavorato instancabilmente per il bene della comunità".