Sampdoria, i nuovi investitori potrebbero arrivare dalla Malesia

di Maurizio Michieli

2 min, 43 sec

Matteo Manfredi al lavoro a Singapore e su altri mercati del sud est asiatico per rinforzare la società

Sampdoria, i nuovi investitori potrebbero arrivare dalla Malesia

Dopo la fortunata passerella al "Ferraris" in occasione di Sampdoria-Cosenza dei primi, potenziali investitori nella nuova società, Matteo Manfredi si è subito rimesso al lavoro per portare avanti, insieme con Mark Chew di Morgan Stanley, rappresentante della grande banca d'affari statunitense a Singapore, rapporti e relazioni con diversi soggetti finanziari da coinvolgere a vario titolo nei progetti futuri del club blucerchiato.

L'ambito nel quale si sta muovendo colui che è diventato a tutti gli effetti, dopo l'arretramento di Andrea Radrizzani, il patron della Sampdoria è in particolare il sud est asiatico. Oltre a Singapore, sede di Greenfield Investments controllata da Aser Ventures dello stesso Radrizzani, i prossimi investitori della Samp potrebbero arrivare addirittura dalla Malesia, dove esistono importanti Fondi sovrani, strumenti di investimento direttamente controllati dal Governo.

In Malesia ce ne sono diversi. Il Malesia Employees Provident Fund ad esempio, che di recente ha acquistato un blocco di uffici a Londra per 330 milioni proprio tramite Morgan Stanley Real Estate Investing e ha acquisito congiuntamente le attività commerciali della Battersea Power Station di Londra per 1,58 miliardi di sterline.

Oppure il Terengganu Investment Authority e il Khazanah Nasional Berhadm: quest'ultimo proprio il 5 ottobre scorso ha siglato un accordo in Italia con Cassa Depositi e Prestiti. Ma non si possono escludere anche investitori interessati a proporsi con risorse proprie.

Un dato elaborato il 23 maggio scorso evidenzia, infatti, come il numero di investitori malesi nei mercati dell'Oriente sia aumentato a circa 534 soggetti, distribuiti tra 17 istituzioni e 517 individuali. E le proiezioni confermano la volontà di espandersi ulteriormente anche in Occidente.

Se Manfredi si sta muovendo soprattutto in quell'area geografica del mondo, non significa che siano da sottovalutare le piste europee. Il gruppo danese che si era avvicinato alla Sampdoria nelle prime settimane di quest'anno e poi dopo l'iniziale due diligence si era ritirato per le troppe complicanze dell'operazione, potrebbe tornare in gioco adesso che la società ha cambiato proprietà e ottenuto l'omologa dal Tribunale delle Imprese. Il desiderio di sbarcare nel calcio italiano era forte, tant'è che ai danesi era stato proposto anche l'Empoli, ritenuto però non allo stesso livello di blasone della Sampdoria.

Non sembrano invece essere venuti a Genova domenica scorsa nelle vesti di potenziali investitori i fratelli Alexander e Christoffer Reedtz, amici personali di Matteo Manfredi anche al di fuori degli interessi calcistici (possiedono un club nella quarta serie inglese e una creato una start up sul modello della chiavarese Wyscout).

Comunque nella Samp hanno già investito piccole quote imprenditori indonesiani del mondo degli Esports che Radrizzani aveva coinvolto all'inizio dell'operazione di salvataggio della Samp. E anche un giovane imprenditore giapponese, che domenica scorsa era allo stadio proprio con Radrizzani. Questo a testimonianza di quanto i mercati asiatici siano monitorati e nell'orbita di interesse della proprietà attuale.

Insomma, la situazione della Sampdoria è magmatica, come era del resto prevedibile una volta incassata l'omologa e scongiurato definitivamente il rischio del fallimento. La speranza dei tifosi è che una svolta possa arrivare entro l'anno, così da irrobustire finaziariamente la società e procedere, pur nel rispetto delle Norme federali, con un mercato di gennaio al rialzo. Se non per puntare alla promozione quest'anno, almeno per non vedere trasformato un campionato di transizione in un'altra stagione di sofferenza.