Sampdoria con un Sabiri in più e a testa alta verso Venezia

di Claudio Mangini

3 min, 9 sec

Pur nella sconfitta, con la Juventus non sono mancate le note positive, alle quali va sicuramente aggiunto il debutto di Trimboli, da Sampierdarena al Ferraris

Sampdoria con un Sabiri in più e a testa alta verso Venezia

Due dati positivi dentro una sconfitta. Quarantotto ore dopo l’1-3 con la Juventus, assorbite le frustrazioni per gli episodi (l’autogol, il rigore generoso alla Juventus, quello sbagliato dalla Sampdoria), assorbite le delusioni, metabolizzati i rimpianti, è dalle valutazioni che bisogna ripartire.

E l’analisi, le considerazioni a caldo e poi a freddo dicono due cose inopinabili: che la Sampdoria è stata in partita fino alla fine e che, tra i singoli, sboccia la prestazione di Abdelhamid Sabiri, 25 anni, e colpisce in positivo quella di Simone Trimboli, prodotto del vivaio, 20 anni fra un mese, entrambi subentrati.
L’1-3 contro una Juventus tornata cinica, maledettamente spietata, solida in difesa anche senza la Premiata Ditta B&C, Bonucci e Chiellini, con due-tre uomini in grandissima condizione, Keane, Arthur e Morata, poteva essere tranquillamente un 1-1 o un 2-2, e nessuno – probabilmente nemmeno Allegri – avrebbe avuto di che ridire.

Sono stati, come detto, gli episodi a determinarne il risultato numerico, ma la Sampdoria squadra ha risposto all’appello di Giampaolo. Non ha mollato mai, ha affrontato la Juventus senza complessi, ha perso duelli che non poteva vincere per differenza di valori, ha messo sul piatto della bilancia (purtroppo) altri errori individuali, ma ha giocato, è rimasta sul ring alla pari, come non era successo contro Atalanta e Udinese.
Sabiri è stato considerato da tutti il migliore. Gol a parte, per come è entrato in partita, per l’autorevolezza e la personalità con cui ha cambiato – almeno in parte – gli equilibri. E Trimboli, sampdoriano di Sampierdarena, ha coronato il sogno che aveva «fin da bambino», parole sue. «Ma ora dobbiamo pensare alla trasferta di Venezia, perché la classifica chiede punti e, se giochiamo con il coraggio messo in campo contro la Juventus, possiamo riuscirci», ancora parole sue.
A fronte di queste note sicuramente positive, ci sono i riscontri negativi: le incertezze difensive e le controprestazioni di Colley e Yoshida, la prova stavolta non impeccabile di Falcone, le problematiche offensive, il rendimento di Quagliarella tornato ai livelli pre-doppietta con l’Empoli, il dialogo che non funziona tra lui e il compagno di reparto nonostante la palese buona volontà di entrambi (e quando il capitano esce dal campo, Caputo sembra trovare più spazi e più ispirazione), il rendimento a chiaroscuri di Sensi e, infine, l’ormai cronico dilemma riguardante la posizione di Candreva.
Giampaolo ha fatto benissimo a concedere due giorni di sosta alla squadra per pulire le teste e scaricare le scorie. In settimana gli toccherà valutare e scegliere, e non sarà facile. Partendo da un dato di fatto: che per questa Sampdoria che deve giocarsi la salvezza vanno gestite anche le forze in rapporto all’età. Le date di nascita parlano chiaro. Fra i titolari di sabato c’erano Yoshida 33, Colley 29, Rincon 34, Candreva 35, Quagliarella 39 e Caputo 34, più Ekdal in panchina, 32. Sabiri chiede e merita spazio, Trimboli può essere una risorsa di freschezza. Il discorso riguardante Candreva – all’inizio molto ingabbiato, poi più spazi e più dentro la gara, un rigore sbagliato ma da lui stesso conquistato - merita una riflessione a sé. Si può pensare a un 4-4-1-1 o 4-4-2 che dir si voglia, con tre giocatori di sostanza (Ekdal, Rincon, Thorsby) o con due di questi più Sensi nel ruolo di play, Candreva finalmente nel ruolo naturale di esterno (che ci faceva nel primo tempo in posizione di mediano con Bereskynski 20 metri più avanti?) e davanti Sabiri in appoggio a Caputo. Ferrari merita un posto, Audero tornerà in ballottaggio.
Sarà una settimana impegnativa e saranno impegnative le scelte. Venezia-Sampdoria vale molto futuro.