Salario minimo, Salis a Piciocchi: "Dice cose inesatte, ha risposto la Cgil. Non prenda in giro i lavoratori"
di R.O.
Ennesimo capitolo della contesa sulla proposta del salario minimo a 9 euro l'ora per i dipendenti delle aziende che lavorano in appalto al Comune di Genova
Nel giro di risposte e controrisposte sulla querelle che riguarda il salario minimo a 9 euro l'ora per i dipendenti delle aziende che lavorano in appalto al Comune di Genova, la palla è arrivata di nuovo a chi l'aveva lanciata per prima, ovvero Silvia Salis, che a sua volta l'ha rilanciata con tutta forza verso il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi, definito "incompetente o in malafede".
"A Piciocchi ha risposto la Cgil, dice delle cose talmente inesatte che non sono nemmeno io a dover rispondere ma l'ha fatto la Cgil - ha dichiarato Salis -. Non si prendono in giro i lavoratori, non si prendono in giro persone che arrivano a prendere 6 o 7 euro nette all'ora Piciocchi deve smetterla di dare dell'incompetente alle persone, succede che poi a fare campagna elettorale è un sindacato che difende i lavoratori".
L'inizio della polemica - Il reggente alla proposta della candidata sindaca ha risposto accusandola di fare propaganda e di manifestare una totale mancanza di conoscenza della materia e impreparazione. Piciocchi ha poi presentato una tabella con i numeri: "Nel nostro Comune la retribuzione oraria in base ai livelli oscilla da un minimo di 14,04 euro a 22,60 per i servizi di vigilanza; da 17,39 a 24,48 per i servizi di pulizia: da 17 a 35,21 per i servizi sociali; da 18,49 a 28,78 per i sevizi di ristorazione; da 25,72 a 32,61 per i servizi in edilizia: da 20,80 a 27,54 per i servizi in impiantistica; da 15,68 a 24,82 per i servizi di facchinaggio". Il salario minimo a 9 euro l'ora era stato definito quindi una "riduzione delle tutele dei lavoratori".
Cgil - Dapprima a sostegno di Salis è arrivata la difesa 'd'ufficio' del segretario metropolitano del Pd Simone D'Angelo, che ha citato alcuni numeri forniti dalla Cgil come i "10,93 euro lordi per un coordinatore, 9,18 per un cuoco, 8,08 per un operatore delle pulizie". "Molti di loro - ha spiegato - hanno contratti part-time, stipendi bassi, tutele limitate". Secondo D'angelo, Piciocchi non solo "mente sui salari" ma "continua a ripetere che il Comune non ha possibilità legale di intervenire: una scusa comoda per non assumersi responsabilità". In seguito è arrivata la risposta del sindacato stesso, che smentisce le parole del reggente: "Le cifre riportate non trovano riscontro nella realtà - ha comunicato il sindacato -. Secondo Piciocchi un edile in appalto al Comune percepisce uno stipendio di oltre 4 mila euro al mese, magari fosse così. La realtà è ben diversa, basti pensare che una lavoratrice degli appalti delle pulizie percepisce oggi 7,50 euro lordi di paga oraria e quindi ben lontano da quanto indicato da Piciocchi. Affrontare con serietà la questione retributiva non contempla semplificazioni che producono il solo risultato di esacerbare gli animi di chi ogni giorno contribuisce al buon funzionamento della macchina pubblica, nonostante le risorse per servizi e lavoro siano sempre più esigue. Sarebbe un bell’esempio garantire un salario minimo adeguato che, nel rispetto dei contratti nazionali di lavoro, contrasti gli effetti dell’inflazione che negli ultimi anni ha inciso sulle retribuzioni di lavoratrici e lavoratori".
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