Morandi, la prima volta in aula dell'ex ad Autostrade Castellucci: "Ponte era monitorato, non accetto sia crollato, responsabile ma non colpevole"
di Emilie Lara Mougenot
“Oggi sono qui per dirvi tutto quello che so e che ho fatto, per dare il mio contributo alla verità”
Dopo cinque anni di silenzio, l’ex amministratore di Autostrade per l’Italia rompe il riserbo sulla tragedia che ha segnato il Paese. «Oggi sono qui per dirvi tutto quello che so, che ho fatto per dare il mio contributo alla verità», dichiara in un intervento destinato a far discutere. Sottolinea di essersi sentito sempre responsabile, ma non in termini di colpa, bensì come custode di una struttura sulla quale si investiva regolarmente e che era sottoposta a monitoraggi costanti. Eppure, il crollo è avvenuto, "vanificando anni di sforzi per la sicurezza della rete autostradale."
Responsabilità – «Sono arrivato per primo dopo il crollo e non mi sono mai sottratto», afferma l’ex dirigente, che ammette di aver vissuto la tragedia come una sconfitta personale e aziendale. «A crollare è stato un ponte gestito da una società per cui le risorse economiche non erano un problema». La sua voce si carica di amarezza nel ricordare come l’infrastruttura fosse oggetto di investimenti regolari e affidata a una società seria, incaricata della manutenzione.
Manutenzioni mancate ? – Secondo l’ex amministratore, i costi destinati agli interventi di conservazione non erano mai stati ridotti. «Mi ha colpito vedere, in udienza preliminare, una slide che indicava il contrario: il titolo è stato cambiato, ma io non posso accettarlo». Le manutenzioni ordinarie e straordinarie erano in linea con le necessità, assicura, e non risultavano insufficienti prima del 2018.
Il comunicato sbagliato – L’ex AD ammette che l’azienda sbagliò a pubblicare il comunicato del 16 agosto 2018. «Era nei tempi richiesti da Consob per evitare il crollo del titolo in Borsa, ma con il senno di poi fu un errore».
Accuse della Procura – Castellucci è tra i 58 imputati nel processo. Secondo la Procura di Genova, avrebbe adottato una gestione di Aspi focalizzata sul risparmio, volta a garantire maggiori dividendi ai soci. Questa politica, secondo l’accusa, sarebbe tra le cause del crollo del 14 agosto 2018, che ha causato la morte di 43 persone .
Dichiarazioni spontanee – Le dichiarazioni di Castellucci si inseriscono nella fase finale dell’istruttoria dibattimentale, durante la quale diversi imputati hanno scelto di rendere dichiarazioni spontanee. Questa fase precede la requisitoria, prevista prima dell’estate .
Contesto processuale – Il processo, iniziato nel luglio 2021, ha visto numerose perizie e consulenze tecniche che hanno evidenziato problemi di corrosione dei cavi e difetti di costruzione come possibili cause del crollo . La sentenza è attesa per la primavera del 2026.
Prossime fasi – Con la conclusione delle dichiarazioni spontanee, il processo si avvia verso la fase delle requisitorie. La comunità e i familiari delle vittime attendono con attenzione gli sviluppi futuri.
Altri processi - il 1° aprile sarà la data in cui la Corte di Cassazione deciderà sul destino giudiziario di Castellucci, in un’altra vicenda che lo riguarda: quella del disastro di Acqualonga, in cui perse la vita 40 persone. In quel procedimento, la condanna in appello è stata di sei anni di carcere per omesso controllo sulla sicurezza delle infrastrutture. Se la sentenza sarà confermata, Castellucci dovrà scontare la pena in carcere.
(in aggiornamento)
Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci anche su Whatsapp, su Instagram, su Youtube e su Facebook.
Condividi:
Altre notizie

Maxi operazione nel centro di Genova, raffica di controlli e sanzioni
28/03/2025
di E.L.M

Chiavari, controlli a tappeto sulla SS1 Aurelia: multe e sei patenti ritirate
27/03/2025
di E.L.M

«Era una persona solare, a Musthak non piaceva»: nuove testimonianze sulla morte di Sharmin Sultana
27/03/2025
di Emilie Lara Mougenot