Porto: Genova e i moli dell'acciaio, chiamate record per la CULMV e non bastano gli spazi

di Redazione

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Il confronto tra Becce e Benvenuti: "Chi porta l'acciaio però fa capire che servono altre aree per lo smistamento"

Porto: Genova e i moli dell'acciaio, chiamate record per la CULMV e non bastano gli spazi

Da circa un anno a Genova si è registrato un incremento di contenitori che portano metalli al terminal GMT. Partono dalla Russia, passano per la Turchia e poi arrivano a Genova. Nel mese di gennaio GMT ha fatto 1.800 chiamate alla Compagnia Unica, che sono in un periodo di non grande crescita numeri importanti. Moltiplicando per 12 mesi significherebbe avere un traffico di 20 mila chiamate l'anno. Ma il terminal di GMT ha uno spazio ristretto, che rimane tra il terminal Messina e terminal San Giorgio e che per altro vedrà ancora di più una riduzione a causa del tunnel subportuale. E' inevitabile dunque porsi il tema della necessità di più spazi dedicati. Al riguardo il Console della Compania Unica, Antonio Benvenuti dice: "C'è un incremento nel commercio di acciaio è vero, arriva e viene caricato subito. Ci sono 30 camion al giorno che partono per Ponte Decimo, altri vengono smistati a Ponte Somalia e all'aeroporto. Chi porta l'acciaio però fa capire che servono altre aree per lo smistamento, occorrono più spazi perché c'è una richiesta importante".

Anche Luca Becce, presidente Assiterminal commenta il caso, sostenendo che il punto fondamentale riguarda la necessità di guardare ad altre tipologie di lavoro portuale in un'ottica di gestione e aumento delle chiamate: "I contenitori sono per loro natura una tipologia di lavoro portuale per modo di dire, un ciclo industriale più vicino al ciclo industriale delle attività di lavoro portuale. E conoscono lo sviluppo che porta alla obbligatorietà alle tecniche di autonomazione che riducono la presenza fisica sull'attività. Se andate a vedere il terminal di Vado Ligure, l'area di stoccaggio è autonomizzata. Le tipologie di lavoro portuale destinate a dare molto lavoro sono diverse, i ro-ro per esempio e le rinfuse. Ma non si sa se dura però".

Becce pone dunque le basi per una riflessione sui contenitori, che potrebbero non essere più considerati il traffico del futuro: "Sarà ancora un traffico con un'importanza fondamentale nel trasporto marittimo. Una modalità di trasporto intelligente, flessibile, si trasporta quasi tutto nei container. Il punto è qual è la sua capacità di sviluppo. Viene usato per i traffici transoceanici soprattutto, più il traffico si avvicina al luogo di produzione e più si usano altre tipologie, la dinamica del lavoro terminalistico portuale ha visto un'espansione delle navi ro-ro per esempio, ossia il trasporto di camion sulle navi per evitare che circolino nelle strade. Ma è un'altra modalità rispetto al mercato dei terminal contenitori come lo si conosce. Questa cosa si è sviluppata perché molte delle produzioni che si sono delocalizzate e sono andate nell'Estremo Oriente si sono avvicinate al Mediterraneo. E' un traffico che genera molto lavoro, non è automatizzabile e garantisce una prospettiva di lavoro importante. I contenitori nel nostro scenario ligure per esempio, hanno un problema di collegamento del porto con il mercato di riferimento, quindi continuare a buttare aree che servono a fare più contenitori, quando i contenitori hanno difficoltà a uscire dal porto, nonostante gli investimenti sulle rete ferroviaria di collegamento è un rischio per il futuro. Nelle portualità del Nord l'incidenza della ferrovia nel trasporto supera il 40%. A Genova siamo al 13% di trasporto su rotaie e non arriveremo al 40-45%, nonostante gli investimenti".