Porto di Ortona: tre isole ecologiche per smaltire i rifiuti raccolti in mare dai pescatori

di Carlotta Nicoletti

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Garofalo: "L’Autorità di sistema portuale vuole confermare, con questa intesa con il Comune di Ortona, l’attenzione, condivisa con la Capitaneria di porto, alle tematiche legate alla salvaguardia ambientale del mare"

Porto di Ortona: tre isole ecologiche per smaltire i rifiuti raccolti in mare dai pescatori

 

 Nel porto di Ortona sono operative le ecoisole per lo smaltimento della plastica e dei rifiuti raccolti accidentalmente in mare durante le attività di pesca. L’iniziativa nasce dalla collaborazione fra l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale e il Comune di Ortona, che hanno sottoscritto a marzo un’apposita convenzione della durata di cinque anni. Sono tre le ecoisole posizionate lungo il molo Nord dello scalo ortonese su uno spazio dato in concessione demaniale marittima, in sintonia con la Capitaneria di porto di Ortona, dall’Autorità di sistema portuale al Comune di Ortona che gestisce la raccolta della plastica e dei rifiuti pescati in mare in maniera accidentale tramite la società partecipata Eco.Lan spa.

Le tre ecoisole, autoalimentate, sono attrezzate con dei contenitori in cui conferire i materiali in plastica e le reti fantasma. In una è anche presente un trituratore per il trattamento del polistirolo e un dispenser per la distribuzione delle buste per i contenitori dei rifiuti a bordo. Un’ordinanza dell’Autorità di sistema portuale di ieri 17 ottobre 2024 rende obbligatorio ai pescatori conferire questi materiali nelle ecoisole che potranno essere utilizzate tramite una card, che viene distribuita da Eco.Lan. Un elemento innovativo nell’affrontare e gestire un importante tema di attualità.

“L’Autorità di sistema portuale vuole confermare, con questa intesa con il Comune di Ortona, l’attenzione, condivisa con la Capitaneria di porto, alle tematiche legate alla salvaguardia ambientale del mare – afferma il Presidente Vincenzo Garofalo -. Questa iniziativa è in linea con esperienze già avviate in altri porti come San Benedetto del Tronto, dove l’attenzione alla tutela del mare è stata riconosciuta più volte da Papa Francesco per il prezioso ruolo di salvaguardia effettuato dai pescatori. Un’attività che stiamo organizzando pure nello scalo di Ancona proprio perché crediamo nella validità di azioni positive per il mare e per la sostenibilità ambientale, che coinvolgono coloro che ogni giorno ci vivono per lavoro e che possono contribuire alla sua tutela”.

Proprio il progetto “A pesca di plastica”, realizzato nel porto di San Benedetto del Tronto, è stato fra le iniziative ispiratrici della Legge Salvamare, entrata in vigore nel giugno 2022, che definisce le “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare” e che prevede di raccogliere i rifiuti in mare, grazie alle attività dei pescatori, riportandoli a terra e smaltendoli con la raccolta differenziata.

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