Porto di Genova, Risso a Telenord: "Immaginarne lo sviluppo da qui a 100 anni"

di Edoardo Cozza

Il presidente di Confindustria Genova: "Tutte le 'anime' devono e possono convivere, faremo un documento per raccogliere i desiderata e i progetti di tutti"

È un momento di fondamentale importanza per il porto di Genova: investimenti di miliardi di euro molto prossimi più che all'orizzonte, ma sullo sfondo anche un po' di litigiosità tra timori, speranze, desideri: raccogliere e rappresentare le posizioni delle tante 'anime' che vivono lo scalo non è così semplice. È quello che, comunque, prova a fare Confindustria Genova, con il presidente Umberto Risso che, ai nostri microfoni, commenta così questa fase abbastanza calda: "Credo sia nella natura che vi siano visioni divergenti, perché parliamo di un porto multifunzionale, che racchiude tante anime: non bisogna soffermarsi sulle varie querelle. Dentro Confindustria ci sono le varie sezioni con le loro specifiche funzioni: a noi certamente interessa il singolo problema, che affrontiamo con attenzione, ma dobbiamo anche e soprattutto mantenere una visione complessiva nel futuro: è per questo che tra qualche settimana presenteremo un position paper non per raccogliere le polemiche, ma per fare il punto sui diversi interessi, posizioni, desiderata delle componenti che rappresentiamo nell'ambito del porto. Certo, qualcuno potrebbe restare scontento, ma non abbiamo neanche il potere di decidere noi tutto: possiamo, però, rappresentare le idee e le preoccupazioni di tutti guardando alle prospettive di sviluppo, anche ecologiche con il cold ironing che potrebbe essere la svolta, poi la diga e le modifiche che potrebbero conseguirne, guardiamo anche al Waterfront e il tunnel subportuale che potrebbero portare novità per cantieristica: lo sviluppo verso il mare è un'idea interessante".

Sulle ipotesi di spsotare alcune aree in altri porti limitrofi, Risso è chiaro: "Non credo che Genova possa avere una dimensione tale per specializzarsi in uno o pochi ambiti: è come per le industrie, non possono avere un solo cliente. Avere più funzioni può portare a crisi temporanee dello specifico settore, ma a livello internazionale non siamo grandissimi e allora dobbiamo mantenere tutti i know how, anche quello della cantieristica, puntare sulla tradizione delle crociere: cancellare qualcosa sarebbe un grave errore".

La diga è fondamentale, ma bisogna ragionare ad ampio raggio: "La diga aiuterà, ma poi c'è il discorso del fuoriporto, della mobilità: si fa da decenni, ma ora siamo in una fase che ci porta a una visione lontana anche a un secolo, bisogna avere uno sguardo a lungo termine: bisogna immaginarlo suddiviso per ogni singolo settore, ma è un dibattito da fare in questi mesi ma l'importante è avere la visione complessiva dello sviluppo dei prossimi decenni".