Porti della Liguria, piattaforma logistica privilegiata verso la Svizzera

di Redazione

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Signorini: "Entro il 2024 via all'ultimo miglio ferroviario". Danesi: "Psa apre filiale in Svizzera"

Porti della Liguria, piattaforma logistica privilegiata verso la Svizzera

I porti della Liguria e i loro legami con la Svizzera. E' su questo tema, nell'ambito del convegno "Un mare di Svizzera 3", che si è riunita una tavola rotonda per discutere l'importanza della nostra regione in termini logistici nei confronti della confederazione elvetica.

"Il porto di Genova è sempre stato un porto di grande attenzione per l'economia di Oltralpe - ha detto Paolo Emilio Signorini, fresco di rinnovo alla carica di presidente dell'AdSP del mar ligure occidentale - Per fare questo serve che si riesca ad essere più competitiva sia nei costi marittimi che in quelli terrestri. Sul primo lato, quello marittimi, Genova si presenta come uno dei più agguerriti. E' difficile pensare a cosa si possa fare meglio da questo punto di vista. Stiamo lavorando su un punto delicato come l'accessibilità per le grandissime navi ma mi sento di dire che abbiamo fatto tanto e bene. Dal lato terra, sappiamo che un punto critico della Liguria è l'accessibilità: spazi ristretti, pochi spazi per aree di stoccaggio e quant'altro. Abbiamo avviato un programma d'investimenti imponente a partire dal terzo Valico ma questo, senza l'ultimo miglio o senza l'instradamento verso la Svizzera, resta monco. Noi per il 2024 avremo l'ultimo miglio ferroviario per Sampierdarena". 

"Ma non basta - ha aggiunto Signorini - anche se dare segnali infrastrutturali credibili inizia a smuovere il mercato. Bisogna lavorare sull'efficientamento delle tracce. Noi abbiamo una forte interdipendenza fra i flussi merci e passeggeri. Dobbiamo lavorare molto con Rfi e i terminal su questo punto. C'è poi l'incentivazione del treno che, dove funziona, è un mezzo sempre incentivato. Per ragionare su un sistema di questo tipo ci voglia un coinvolgimento di Regione Liguria, del ministero e probabilmente anche a livello europeo".

"Il servizio Genova-Basilea ha raddoppiato i volumi che non sono ancora significativi ma ci fanno capire che questa è la strada - ha spiegato poi Gilberto Danesi, presidente di Psa Italia - Tutto il gruppo Psa ha deciso di scommettere sul ferro, arrivando a creare una filiale in Svizzera per andare a creare un nostro ufficio, andandoci a cercare il traffico direttamente in loco. Fra poco a Pra' inaugureremo due nuove gru di ferrovia ma la vera mossa sono i 7 binari da 750 metri che nasceranno appena fuori dal nostro terminal, permettendo di creare treni all'interno del terminal per poi poterli lanciare verso l'Italia e, perché no, verso la Svizzera".

"In tutti i settori si tende ad assistere all'integrazione verticale - ha commentato invece il presidente di Assarmatori Stefano Messina - Pensiamo alla GDO o al mondo siderurgico o ai produttori di energia. I grandi armatori vengano attaccati perché fanno investimenti, perché aprono società possedute o in partnership con leader del terminalismo ma ormai nel nostro mondo il fenomeno degli investimenti per trovare capacità di competitività è irreversibile". 

"La merce che si muove da e per la Svizzera è tanta - ha infine commentato Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti - E' che si muove soprattutto per il corridoio che passa per la Germania. Io credo che ci sia un tema di abitudine all'utilizzo di servizi che passano dal nord Europa che si sono sempre dimostrati efficaci ma che potrebbero essere destinati ad essere messi in crisi nel futuro. Nel porto di Basilea arrivano navi di 135 metri ma le modifiche dello scenario climatico stanno riducendo le acque disponibili nei fiumi del nord Europa. Sul mercato svizzero c'è ancora una tendenza a considerare il sistema logistico italiano meno affidabile di quello tedesco. Se noi oggi guardiamo quali sono gli operatori nel porto di Genova, vediamo che sono i grandi operatori internazionali, Psa, Msc, Contship, Cosco, e questi hanno livelli di efficienza del tutto analoghi a quelli dei porti del nord Europa. I porti italiani non sono più quelli dell'incertezza e degli scioperi".