Ponte Morandi, ricostruzione nei tempi "ma i prossimi 40 giorni saranno il clou"
di Fabio Canessa
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I dettagli del progetto: super-carrelli tipo space shuttle e robot per controllare il nuovo viadotto
I pezzi del nuovo ponte sul Polcevera saranno trasportati su speciali carrelli adatti a navi e space shuttle e verranno sollevati con gli stessi strand jack usati per demolire il Morandi, mentre per la manutenzione verranno usati robot in grado di sondare l'intero impalcato. Sono alcuni dei dettagli del progetto illustrati da Francesco Poma, project director di Salini Impregilo, intervenuto durante la commissione consiliare sulla ricostruzione convocata a Palazzo Tursi. Sugli spalti presente anche il manager di Autostrade Roberto Persio.
Il direttore generale della struttura commissariale, Roberto Tedeschi, ha confermato che la scadenza per avere il ponte percorribile è sempre il 15 aprile 2020. “Questo sarà il mese più complicato – precisa -. Tutto sarà concentrato nei prossimi 40 giorni, è il momento clou. Dopo luglio sarà tutto diverso, i costruttori avranno a disposizione l’intero asse di 1.100 metri. Al momento il cronoprogramma resta quello previsto, anche se di volta in volta potrebbero venire fuori piccole variazioni”.
Al momento, ha spiegato Poma, sono state completate le sottofondazioni per le future pile 6 e 9, mentre sono in corso i lavori per le pile 11, 5 e a breve la 10, quella che sovrasterà via Perlasca. “Nei prossimi mesi inizieremo a vedere crescere le pile, fino a 4-5 in contemporanea”. Nel momento di picco il cantiere ospiterà fino a 500 persone.
Gli impalcati arriveranno prefabbricati dagli stabilimenti Fincantieri e saranno assemblati e verniciati in loco. “Per trasportarli – continua Poma – verrano usati carrelloni utraprestanti adoperati anche per navi e shuttle, poi verranno messi in posizione con strandjack usati al contrario e verranno sollevati in quota. I cassoni saranno ispezionabili in tutti gli angoli e sistemi robotizzati scansioneranno l’intero ponte per avere analisi e check-up periodici”.
Fabio Canessa
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