Peste Suina, altri due casi a Rossiglione e Campo Ligure

di Redazione

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La rabbia dell'assessore all'Agricoltura del Piemonte Protopapa: "Il Governo non capisce che quello che stiamo vivendo è un grave rischio per tutta l'economia"

Peste Suina, altri due casi a Rossiglione e Campo Ligure

 Due nuovi casi di peste suina in Liguria, a Rossiglione e Campo Ligure, in provincia di Genova.

Li ha accertati l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte Liguria e Valle d'Aosta.

Il totale, dall'inizio di dicembre, diventa quindi di 73 positivi, 41 in Piemonte e 32 in Liguria, tutti nella "zona di protezione II", nuova denominazione della "zona infetta" sulla base del recente Regolamento UE 2022/440 perché le positività riguardano soltanto cinghiali. 

A Rossiglione sono state trovate nove carcasse infette. Cinque a Campo Ligure, Isola del Cantone, Mignanego, e Ronco Scrivia. Una sola a Busalla, Genova e Campomorone.

"Siamo molto arrabbiati su questo tema, stiamo cercando di interloquire con il ministero, dove veramente non capiscono che qui siamo in presenza di un grave rischio per tutta l'economia". Così l'assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa, interpellato sul problema della peste suina a margine di un appuntamento a Torino. "Abbiamo rispettato i tempi, fatto i monitoraggi, e adesso - ha affermato Protopapa - abbiamo davvero bisogno di eradicare il problema. Ma questo non si può fare solo con le parole: quindi se ci vengono incontro noi certamente faremo attenzione a tutte le regole che ci porranno. Ma diversamente - ha sottolineato - troveremo noi delle soluzioni diverse, perché oggi i territori ci chiedono di risolvere il problema".

Certezza sui tempi rapidi di intervento e sulle scelte del Governo nazionale per la recinzione e il piano di depopolamento dei cinghiali. L'ha chiesta Cia Alessandria nel videocollegamento, oggi, con Angelo Ferrari, commissario straordinario per l'emergenza Peste suina africana. Portate avanti, inoltre, le istanze provenienti dal settore della silvicoltura e degli agriturismo, ribadendo l'importanza di far ripartire le attività outdoor, fondamentali per il territorio, soprattutto con l'avvio della primavera e l'avvicinarsi del periodo pasquale. "La realizzazione di una recinzione per il contenimento dei cinghiali ci lascia ancora perplessi - sottolinea Daniela Ferrando, presidente provinciale - Ma riteniamo potrebbe essere utile, se fatta solo in punti strategici dove è stata verificata la maggior presenza di carcasse infette: nell'Ovadese e nella zona di Arquata Scrivia. Speriamo non ci siano ulteriori lungaggini burocratiche".