Omicidio San Biagio, i familiari della vittima: "Pasquale non era né un marito né un padre violento"
di Marco Innocenti
Così l'avvocato Irene Rebora, legale dei parenti di Pasquale Scalamandré, ucciso il 10 agosto 2020 al termine di una lite con i figli Alessio e Simone

21 anni per Alessio e 14 anni per Simone Scalamandré. E' la sentenza emessa oggi dalla Corte d'Assise di Genova sull'omicidio di Pasquale Scalamandré, ucciso il 10 agosto del 2020 al termine di una lite con i due figli nella loro casa di San Biagio in Valpolcevera. "Una sentenza che ci soddisfa perché ha riconosciuto la responsabilità penale di entrambi i figli - commenta l'avvocato Irene Rebora, legale dei familiari costituitisi parti civili nel processo contro i due fratelli - Noi abbiamo sempre ribadito che era abbondantemente provata. I familiari di Pasquale Scalamandré hanno sempre rifiutato l'etichetta di marito o padre violento. Etichetta che gli è stata attribuita dai figli al solo scopo di agevolare la propria situazione di fronte a ciò che hanno commesso. Non c'è mai stata alcuna prova dell'aggressività della vittima. Anche l'allontanamento della moglie, ci dice solo che ci fosse un procedimento in piedi per il quale l'udienza preliminare era fissata il 30 settembre, ma la vittima è stata uccisa prima di arrivarci. Non c'è quindi alcuna prova che Pasquale Scalamandré fosse un marito violento o il padre aggressivo".
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