Non so chi vincerà le elezioni, ma sono (quasi) certo che Crevari perderà la bottega
di Gilberto Volpara
La conclusione del dibattito su telenord.it e in tv sull'ultimo presidio del ponente genovese

La storia dell’ultima bottega di Crevari è un po’ come la favola delle infrastrutture: maxi progetti da qui a qualche lustro o decennio, ma poche o nulle soluzioni sull’immediato per uscire dalla congestione di traffico e distanza dai grandi centri.
A testimoniarlo, l’ultimo dibattito attraverso il sito di Telenord e in tv: https://telenord.it/incontri-genova-italia. Un gruppo editoriale si è messo al servizio di uno spicchio della città per un problema solo apparentemente minuscolo e spia di una concretezza spesso mancante.
La vicenda ha portato in dote due domande sostanziali: avere una bottega in un piccolo paese di collina rappresenta, ancora, un valore per la politica? In caso affermativo, aspettando ulteriori proposte, quale candidato sindaco si impegna per trattare direttamente con i gruppi della grande distribuzione garantendo a Crevari – caso simbolo che, inoltre, chiede maggiori servizi di pulizia, trasporto e considerazione generale – una prosecuzione del servizio adattato ai tempi con bar, ritiro pacchi e socialità garantita?
I protagonisti del dibattito – da ringraziare per averci messo la testa, anche, solo per qualche secondo differentemente da altri non pervenuti – sono tutti d’accordo sul primo punto. Tuttavia, le ricette sul secondo, seppur condivisibili, vanno ben oltre il voto. E forse, pure, più in là del mandato: piano del commercio, strumenti ad hoc, misure straordinarie.
Telenord, attraverso Benvenuti in Liguria, continua a ritenere che queste battaglie siano di civiltà e futuro, non di retroguardia. Resta convinto che un approccio come quello dell’accordo con la Gdo avrebbe avuto, e potrebbe ancora avere, un effetto pratico e pubblicitario straordinario per entrambe le parti, seppur, non ripetibile in tutti i contesti, ovvio.
Quanto sopra, fatto salvo il dogma del Cucinosofo, Sergio Rossi, ripetuto ogni mercoledì sera in trasmissione: “Aspettando una fiscalità ad hoc, che probabilmente mai ci sarà in un paese con scarsa visione, simili imprese stanno in piedi se i muri sono di proprietà o l’affitto è calmierato – vedi l’esperienza vincente di Prelo in Serra Riccò con la cooperativa di comunità e due posti di lavoro – ma, soprattutto, se il negozio si connota per qualcosa di proprio che vada oltre il litro di latte”.
Benvenuti in Liguria prosegue il proprio lavoro giornalistico di racconto e sentinella a spasso per la regione ogni mercoledì sera. In qualche caso, prova una ricetta. Lo fa nelle quattro province e, pure, nel genovesato dove il presidente dell’ente di secondo grado sarà il primo cittadino del capoluogo senza che i cittadini siano minimamente interpellati.
Più in là, tuttavia tocca alla politica che, inseguendo strumenti adeguati, perché giovani volenterosi possano investire in simili contesti, a Genova, va al voto a fine maggio.
Settimana più o settimana meno, quando, con pieno diritto, la signora Francisca (nella foto) deciderà lo stop definitivo all’ultima bottega. E, il nuovo sindaco, chiunque sia, troverà un presidio in più spento nella sua città.
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