Nave migranti, a Genova accolti 32 minori non accompagnati. Bucci: "Polemiche strumentali"

di Fabio Canessa

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Il caso dopo la frase del consigliere Gambino: "Quanti resteranno? Speriamo zero..."

http://video.telenord.it/wp-content/uploads/2019/06/bucci-su-migranti.mp4 "Noi oggi abbiamo accolto 27 persone, sono minori non accompagnati che rimarranno qui a Genova nelle nostre strutture d’accoglienza". A dirlo, in diretta a Telenord, è il sindaco Marco Bucci nella serata del 2 giugno che ha visto sbarcare a Calata Bettolo quasi cento migranti salvati giovedì nel mare della Libia dal pattugliatore Cigala Fulgosi della Marina Militare. In realtà, come riferisce l'assessore Fassio, sono in tutto 35 i minori accolti a Genova. Il numero 27 è riferito ai maschi non accompagnati ai quali vanno aggiunte 5 femmine. Ci sono poi, a quanto risulta da fonti mediche, 3 minori con due mamme in ospedale, e altri quattro adulti ricoverati. Nei prossimi giorni sarà il tribunale dei minori a verificare le singole situazioni. La puntualizzazione di Bucci arriva in risposta alla polemica nata dalle dichiarazioni del consigliere delegato Sergio Gambino, che si augurava "zero migranti" accolti a Genova, frase aspramente criticata dal Pd. "Non so perché alcune persone che vogliono strumentalizzare pensano che noi non siamo in grado di fare queste cose. Spendiamo molto per le attività sociali e per quelle riferite all’integrazione. Oggi abbiamo accolto queste persone, in barba a tutti quelli che parlano", ribadisce il primo cittadino. I minori accolti in città "probabilmente rimarranno a Genova fino a quando non saranno maggiorenni", spiega Bucci. Le strutture scelte "sono quelle nella nostra lista, accreditate da noi". Gli altri migranti sono invece partiti in pullman verso il Lazio, dove saranno accolti in strutture gestite dalla Chiesa. In tutto a bordo della Cigala Fulgosi c'erano 23 minori e 17 donne, di cui sei incinte, e una bimba portata al Gaslini per un'ustione non grave. http://video.telenord.it/wp-content/uploads/2019/06/020619-MIGRANTI-03_28.mp4 La nave era arrivata alle 8.30 a Calata Bettolo come terminale di un corridoio umanitario disposto dal ministero dell'Interno. In serata il pattugliatore ha lasciato il porto. Segnalati alcuni casi di scabbia, complessivamente sono una ventina le persone che hanno avuto bisogno di assistenza medica e sono state portate in ospedale. I migranti arrivano da Libia, Camerun, Somalia, Costa d'Avorio, Nigeria e Mali. I primi migranti sono sbarcati alle 10 e alle 14 le operazioni si sono concluse. Per la maggior parte i migranti hanno lasciato Genova a bordo di un pullman."Ci sono circa dieci nuclei familiari che non verranno divisi e saranno trasferiti fuori Genova", spiegano fonti della Prefettura. "Ci hanno raccontato le sofferenze indicibili di due giorni in mare e sembra che ci siano stati dei morti tra i compagni di viaggio", ha detto Paolo Cremonesi, direttore del pronto soccorso dell'ospedale Galliera, che ha coordinato l'assistenza medica sottobordo. Sul posto sono stati chiamati anche degli psicologi. Il ministro Salvini ha confermato che "nessuno dei migranti arrivati oggi a Genova con la nave della Marina militare sarà a carico dei contribuenti italiani". E ha aggiunto: "Ringrazio i vescovi italiani per la solidarietà concreta dimostrata". Il Vaticano si farà carico di una parte dei cento migranti soccorsi. Un presidio pro accoglienza di è riunito in mattinata al Terminal Traghetti. Poi un corteo è partito verso la Lanterna con centinaia di manifestanti che hanno protestato contro il ministro Salvini per aver messo a rischio la vita dei migranti portandoli nel porto più lontano. http://video.telenord.it/wp-content/uploads/2019/06/020619-CORTEO-02_16.mp4 Il corteo si è attestato al varco di via Albertazzi, di fatto bloccando l'accesso al porto per alcuni minuti prima di tornare al Terminal Traghetti. [gallery type="slideshow" size="full" ids="64891,64892,64890,64898"] Dalle 6 era stata allestita a Calata Bettolo una struttura mobile per screening sanitari e l'identificazione delle persone. Una macchina organizzativa che impegna 140 persone. Il prefetto Fiamma Spena aveva precisato che le persone saranno accompagnate in quelle che saranno destinazioni comunque provvisorie, non escludendo che per un breve periodo, e quindi in via provvisoria, qualcuno dei profughi possa restare in Liguria. "Il Ministero - ha detto il prefetto - ha stabilito che dopo sarà fatto un piano definitivo". LA POLEMICA http://video.telenord.it/wp-content/uploads/2019/06/020619-PD-E-TOTI-02_20.mp4 "Siamo sconcertati che il presidente della Regione Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci, nel loro ruolo di rappresentanti delle comunità ligure e genovese, non fossero presenti questa mattina a dare il benvenuto a queste persone, perché prima delle opinioni politiche viene l'umanità e consideriamo doveroso che chi riveste importanti ruoli istituzionali porga il suo saluto e accolga, idealmente in nome della comunità che rappresenta, chi scappa da guerre, persecuzioni, carestie". Lo affermano Giovanni Lunardon, capogruppo Pd in Regione Liguria, Gianni Pastorino, capogruppo Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria in Regione, e Pippo Rossetti, consigliere regionale Pd che hanno potuto avvicinarsi alla nave apprendendo, tra l'altro che quattro minori non sono accompagnati. "Apprendiamo che Toti si è affrettato a dire che queste persone non rimarranno a lungo in Liguria, un'affermazione che poteva francamente evitare perché il primo sentimento non deve essere quello di allontanarli ma di aiutare chi è in condizioni di sofferenza e disagio. Prima di tutto viene il rispetto per le persone umane", dicono Lunardon, Rossetti e Pastorino. "La Regione Liguria è presente a Calata Bettolo con gli uomini della protezione civile e la struttura di accoglienza". Lo ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti intercettato da Telenord durante le visite dei cittadini nel palazzo della regione Liguria di piazza De Ferrari. Il governatore ha poi aggiunto: "Accogliere i migranti? Noi lo stiamo già facendo prendendoci carico delle donne e i bambini che sono stati trasportati in ospedale perché bisognosi di cure. Se siamo disposti a ospitarli? Questa decisione spetta al Ministero degli Interni che già detto che i migranti saranno ospitati dal Vaticano e da alcuni paesi europei" Toti ha risposto anche a chi sui social lo ha accusato di non essere andato di persona ad accogliere i 100 migranti sbarcati in porto: "Ribadisco, lì ci sono i miei uomini e ritengo inutile fare delle passerelle". Dalle 9.30 al Terminal Traghetti era stato convocato da Arci, Mediterranea, Cgil e altre organizzazioni un presidio per ribadire che Genova è una città accogliente. "Stigmatizziamo la scelta del Governo di violare apertamente il diritto internazionale che impone di portare i naufraghi soccorsi nel porto sicuro più vicino e il più rapidamente possibile. Evidentemente la scelta di Genova, porto lontanissimo dal punto di soccorso è dettata solo da meri calcoli politici e propagandistici: prendere tempo per ricollocare le persone - si legge in una nota congiunta - il Governo 'gioca' con la vita della persone. Comunque c'è un aspetto positivo: la conferma che i porti italiani siano aperti a tutte le persone". Sabato i portuali della Compagnia unica (Culmv) di Genova avevano fissato alla Lanterna uno striscione con scritto 'Benvenuti' in previsione dell'arrivo del pattugliatore. Lo striscione è stato poi rimosso su intervento della direzione del MuMa, che gestisce il faro, perché non autorizzato. Le operazioni mediche, nella struttura allestita per le visite e le identificazioni a Calata Bettolo, sono state gestite dal personale Usmaf (Ufficio di sanità marittima e di frontiera) del ministero della Salute, che sarà supportato da due medici della Asl3 di Genova, dal primario del Pronto soccorso dell'ospedale Galliera Paolo Cremonesi, da un medico e un infermiere dell'ospedale pediatrico Gaslini. LA TESTIMONIANZA DEL COMANDANTE Nave Fulgosi ha raggiunto i 100 profughi sul gommone, al largo delle coste della Libia, con mare forza 3. "Loro erano già fermi alla deriva. Ci siamo preoccupati di impostare un intervento rapido anche perché le condizioni meteo stavano peggiorando". Lo ha detto il capitano di fregata Michele Fabiano, comandante della Cigala Fulgosi che ha salvato i profughi e li ha portati poi nel porto di Genova. "Anche noi eravamo al limite - ha detto - ma ce l'abbiamo fatta e siamo riusciti a portare a bordo tutti. Una volta avuti tutti a bordo la parte a mare del soccorso è terminata e ci siamo preoccupati di verificare le loro condizioni di salute prima di iniziare il trasferimento verso il place of safety di Genova". Fabiano ha detto di non sapere di persone decedute: "Ci dispiace se c'è stato un decesso durante la traversata, ma quando siamo arrivati noi c'erano solo loro a bordo e li abbiamo salvati tutti. Neanche nei due giorni che hanno trascorso a bordo abbiamo avuto indicazioni dai naufraghi che ci fosse stato un decesso durante i giorni precedenti il nostro arrivo". "Abbiamo ricevuto, strada facendo, un po' di supporto. Abbiamo imbarcato il rinforzo per il team sanitario a bordo e ricevuto dalla Marina Militare anche viveri e altro materiale che poteva essere necessario per affrontare in tranquillità questi due giorni. Come uomini di mare, come diritto internazionale, se troviamo qualcuno in pericolo di vita lo soccorriamo. È anche un dovere morale". C'erano "tanti bambini", alcuni "piccoli. Abbiamo cercato di familiarizzare con loro, cercando di far dimenticare le disavventure del viaggio perché avessero un po' di serenità. Abbiamo fatto fare ai bambini i giochi che fanno tutti i bimbi - ha detto Fabiano -, come il girotondo per permettere almeno ai bambini di divertirsi nonostante le difficoltà linguistiche". Fabiano ha detto di non aver ricevuto richieste particolari: "abbiamo cercato di rispondere a tutte le loro esigenze come farmaci, assistenza alle donne in gravidanza, pasti e abiti puliti e asciutti. Si sono imbarcati che erano completamente bagnati. I bambini avevano freddo ma li abbiamo assistiti". Il comandante ha voluto ringraziare la dottoressa di bordo "che se ne è occupata alla grande e ha permesso loro, diciamo, di tornare alla vita".