Nada Cella, difensore Soracco: "Violato diritto a giusto processo, intervenga Corte Costituzionale"

di Emilie Lara Mougenot

2 min, 23 sec

Avvocato Vernazza: "Secondo la riforma Cartabia, la Corte può cambiare una decisione sostanzialmente assolutoria senza fornire una motivazione"

Nada Cella, difensore Soracco: "Violato diritto a giusto processo, intervenga Corte Costituzionale"

Una violazione del diritto a "un giusto processo" e del diritto di "qualunque imputato ad avere preventiva conoscenza delle ragioni (e delle prove) per le quali viene disposto il suo rinvio a giudizio". Sono questi, in sintesi, i motivi per cui l'avvocato Andrea Vernazza, legale del commercialista Marco Soracco e della sua anziana madre Marisa Bacchioni, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale. Una questione che verrà ufficialmente sollevata davanti alla corte d'assise il 6 febbraio quando inizierà il processo a carico dei due e di Annalucia Cecere, l'ex insegnante accusata di avere ucciso il 6 maggio 1996 a Chiavari Nada Cella, all'epoca segretaria di Soracco. Alla prima udienza il giudice Massimo Cusatti, se deciderà di accogliere la questione, sospenderà il processo e rinvierà alla Corte costituzionale.

La violazione dei diritti – Secondo Vernazza, la riforma Cartabia, che ha modificato diverse norme del codice penale e procedurale, ha dimenticato di riformare una parte fondamentale: la possibilità di impugnare sentenze di proscioglimento senza che venga motivato il rinvio a giudizio in appello. "Ci si trova in una situazione paradossale", afferma l’avvocato, "in cui, nonostante un proscioglimento basato sul principio costituzionale dell'oltre ragionevole dubbio, la Corte può cambiare una decisione sostanzialmente assolutoria senza fornire una motivazione". Vernazza sottolinea che tale procedura potrebbe violare i diritti di difesa degli imputati.

Il caso Cecere e il rinvio a giudizio – Il caso riguarda l’ex insegnante Annalucia Cecere, accusata di aver ucciso la giovane segretaria di Soracco, Nada Cella. Secondo l’accusa, Cecere avrebbe agito per motivi di gelosia e rabbia. In un primo momento, Cecere era stata prosciolta, ma in appello il collegio ha deciso di rinviarla a giudizio per omicidio volontario aggravato. Soracco e sua madre, accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni, sono stati anch’essi inizialmente prosciolti, ma successivamente rinviati a giudizio.

Le implicazioni della riforma Cartabia – La riforma Cartabia, che ha avuto l’obiettivo di rendere più rapidi i processi, ha introdotto cambiamenti significativi nella gestione delle impugnazioni. Tuttavia, come rilevato dall’avvocato Vernazza, una lacuna nella normativa potrebbe permettere che venga rinviato a giudizio un imputato senza una motivazione chiara o comprensibile. "Il rischio è che si pregiudichi il diritto dell’imputato a conoscere le ragioni precise di un'accusa", aggiunge il legale.

 

La decisione della Corte d’Assise – Il 6 febbraio, il giudice Massimo Cusatti dovrà decidere se accogliere o meno la questione sollevata dalla difesa. In caso di accoglimento, il processo potrebbe essere sospeso e il caso rinviato alla Corte costituzionale, che dovrà pronunciarsi sulla legittimità della normativa contestata. In attesa di questa decisione, la posizione degli imputati e delle parti coinvolte resta in sospeso.

Tag: riforma Cartabia, diritto giusto processo, Andrea Vernazza, rinvio a giudizio, omicidio Chiavari, Annalucia Cecere, Marco Soracco, legittimità costituzionale

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