Mignanego, identificato il cadavere carbonizzato ma resta un giallo

di Redazione

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È Giuseppe Gongarini, 74 anni, in passato finito nei guai per bancarotta

Mignanego, identificato il cadavere carbonizzato ma resta un giallo

È stato identificato grazie alle impronte digitali l'uomo trovato morto ieri pomeriggio su un sentiero nei boschi di Mignanego, sulle alture di Genova. Resta però il mistero su cosa contenesse il borsone trovato bruciato accanto al corpo. Sulla morte di Giuseppe Gongarini, 74 anni originario di Serra Riccò ma residente a Genova, indagano i carabinieri di Sampierdarena e quelli del nucleo investigativo. Secondo quanto ricostruito, l'uomo sarebbe morto per le ustioni al viso e alle mani e per asfissia da inalazione di fumo. Quando l'anziano, con piccoli precedenti penali, ha dato fuoco al borsone le fiamme avrebbero attaccato il maglione sintetico che indossava. 

Restano tanti gli interrogativi. Gongarini è stato trovato in località Vittoria, lungo un sentiero del Monte Rombon, ma non aveva la patente e viveva lontano da dove è stato ritrovato. L'uomo era un imprenditore e aveva alcuni precedenti penali, in passato era anche stato arrestato per bancarotta. Viveva a Genova, in centro, in via Serra, dove oggi i carabinieri hanno svolto un'accurata perquisizione. L'obiettivo è capire cosa contenesse la borsa bruciata e perchè l'uomo si è recato sino alle alture di Mignanego per per disfarsene bruciandola, quasi una cerimonia o solo il desiderio di disfarsi di documenti o altri ogetti per lui pericolosi. Non si esclusono per ora anche altre ipotesi oltre a quella della disgrazia: e se l'uomo fosse arrivato lassù a bordo di altre persone? A questo punto si potrebbe anche pensare ad un delitto, ma per ora questa possibilità non è accreditata.

I carabinieri hanno interrogato i famililari dell'uomo: forse un figlio che vive lontano, un fratello abitante a Genova e una sorella. I militari hanno anche prelevato campioni di cenere e alcuni residui di carta per cercare di risalire al contenuto. Un punto importante delle indagini potrebbe arrivate dall'autopsia disposta dal magistrato: per capire se sul corpo dell'uomo ci sono segni di ferite e se aveva assunto sostanze che potessero comprometterne la lucidità.

Quelli che Giuseppe Gongarini ha bruciato nel bosco potrebbero essere stati documenti legati alle sue passate vicende giudiziarie, prima di morire per le ustioni e il fumo inalato. E' una delle piste che i carabinieri stanno seguendo per cercare di ricostruire quanto successo ieri pomeriggio. La procura indaga per omicidio, ma si tratta di un atto dovuto visto che non ci sarebbero dubbi sul fatto che si sia trattato di un incidente.

Gongarini, dieci anni fa, era rimasto coinvolto in un'inchiesta per bancarotta fraudolenta a Chiavari. E aveva anche precedenti per truffa. Negli ultimi anni aveva lavorato come chef, ma ultimamente era senza occupazione. Nel pomeriggio, i carabinieri hanno perquisito la casa dell'uomo, in via Serra a Genova. Sono stati sequestrati un cellulare e alcuni documenti. I militari stanno cercando di ricostruire gli ultimi momenti di vita per capire cosa abbia voluto nascondere o di cosa si sia voluto disfare e se qualcuno lo ha accompagnato nel bosco ed è scappato invece di aiutarlo vedendolo in difficoltà con le fiamme.