Liguria, per gli affitti brevi una struttura su quattro è fuorilegge

di Simone Galdi

Con le nuove norme 2025, obbligo di codice identificativo e dispositivi di sicurezza

Con l'inizio del 2025 è scattato l’obbligo per tutti gli immobili con finalità turistiche di possedere e esporre il Codice Identificativo Nazionale (CIN), per non incorrere in multe  dagli 800 agli 8.000 euro.  Il CIN, introdotto allo scopo di garantire trasparenza e per contrastare l’ospitalità irregolare, viene rilasciato dal Ministero del Turismo tramite una piattaforma online dedicata. Ma la situazione a meno di due settimane dall'introduzione vede moltissime strutture ancora non registrate correttamente.

I numeri - Secondo i dati messi a disposizione dal ministero del turismo, In Liguria una struttura su quattro non è ancora in regola. Su 41027 del nostro territorio, il 23% non ha ancora chiesto il codice identificativo. Tra le quattro province, prima della classe è Genova, con quattro strutture su cinque regolarizzate; sul podio anche La Spezia e Imperia, mentre chiude il gruppo la provincia di Savona, con un 72,60% di CIN rilasciati.

Le regioni - Complessivamente la Liguria, con il suo 76,62%, si posiziona qualche punto al di sotto della media nazionale (80,55%), ma non è certo tra le regioni peggiori. La maglia nera è condivisa da Umbria e FriuliVeneziaGiulia con appena il 58%, mentre le realtà più virtuose sono quelle di Basilicata (94%) e Valle d'Aosta (90%).

Le norme di sicurezza - Oltre al rilascio del Codice identificativo, le nuove norme prevedono l'obbligo di presenza di estintori e rilevatori di monossido di carbonio, le cui sanzioni possono arrivare fino a 6mila. E' vero, il 2025 è appena iniziato, ma per gli operatori turistici in ritardo è già tempo di correre per mettersi in regola.

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