Liguria, elezioni, Sansa sui social agli elettori: "Devo scegliere se continuare, aiutatemi a farlo"
di Redazione
"Ora devo prendere una decisione: tornare al mio lavoro di giornalista oppure ricandidarmi per provare a completare un percorso"
Ferruccio Sansa, candidato presidente alle precedenti regionali, si rivolge ai suoi elettori con un post sui social.
Vi devo molto.
Quattro anni fa, grazie ai 265.506 voti che mi avete dato, ho avuto la fortuna di diventare Consigliere Regionale. Di rappresentare la mia gente.
È un privilegio che devo a voi.
In questi anni abbiamo instaurato un dialogo. Ho provato a rendervi partecipi di quello che facevo in Consiglio. Vi ho raccontato le mie opinioni e le battaglie. Con tutti i miei limiti e le fatiche.
Spero di essere riuscito a costruire un rapporto di FIDUCIA. Questo è stato il mio primo obiettivo.
Voi mi avete seguito con passione. Con incoraggiamenti, critiche, anche insulti. Tutti i vostri messaggi mi sono stati utili. Mi hanno aiutato a superare la solitudine che sentivo combattendo il sistema di potere di Toti.
Ora devo prendere una decisione: tornare al mio lavoro di giornalista oppure ricandidarmi per provare a completare un percorso.
È una decisione non facile. Per questo sento di volervi chiedere un consiglio.
Cominciando il percorso politico dentro di me avevo deciso di tornare a scrivere alla fine del primo mandato. Sono molto legato al lavoro di giornalista che mi ha permesso di combattere battaglie anche per la Liguria. Soprattutto mi ha consentito di coltivare due aspetti per me essenziali della vita: l'incontro con le persone e la meraviglia.
Amo moltissimo il mio lavoro. Anche perché ho avuto il privilegio di svolgerlo al Fatto Quotidiano, un giornale che coltiva la libertà, l'onestà intellettuale e la coerenza.
È difficile per me pensare di smettere. Il giornalismo è testimonianza. È una forma di comunicazione con gli altri attraverso la parola. È speranza di contribuire a migliorare la società in cui viviamo.
"Tu oggi fai il politico, ma sei un giornalista", mi ha detto un'amica. Forse è così.
Ma oggi c'è questa grande occasione di CAMBIAMENTO in Liguria. Non ho la presunzione di essere decisivo, ma mi chiedo se non sia giusto per me parteciparvi.
Sono stati anni faticosi. Si fa politica per desiderio di servizio, per altruismo, forse. Ma è un mondo talvolta capovolto: ciò che nella vita 'normale' pare una virtù (la coerenza, l'indipendenza) rischia di sembrare un limite. E ciò che 'fuori' pare un difetto a volte qui diventa una dote.
Si rischia di finire per pensare ciò che si dice, non di dire ciò che si pensa.
Ma sono stati, questi in Regione, anni appassionanti: la battaglia contro la politica malata di Toti in cui il tempo ci ha dato ragione. Ma ci sono stati anche lo sciopero della fame per i detenuti, le visite negli ospedali, nelle rsa, nelle scuole. C'è stata la classe action contro Autostrade. C'è stata la manifestazione di unità del centrosinistra che noi abbiamo lanciato nelle scorse settimane: tutti i leader nazionali insieme, sullo stesso palco, Genova.
E c'è stato quel meraviglioso viaggio attraverso i 234 comuni della Liguria. Uno per uno (me ne mancano poco più di dieci).
Sì, come nel giornalismo, alla fine il senso di tutto sono stati gli incontri. Le persone.
Tutto questo, ripeto, lo devo a voi.
Così in queste ore mi chiedo cosa sia giusto fare adesso. È un momento decisivo per l'Italia governata da una destra che sta cancellando le conquiste di ottant'anni di Repubblica (a cominciare dalla sanità pubblica) e vuole dividere il Paese tra Nord e Sud, tra ricchi e poveri con il folle progetto dell'autonomia differenziata.
È un momento decisivo, una vera e propria "guerra santa", perché dobbiamo scegliere tra due modelli di politica opposti. La politica di Toti che vuole scrivere le regole per garantirsi l'impunità, per rendere diversi i cittadini. La politica di Toti che fa gli interessi dei suoi finanziatori e non di tutti.
E c'è la nostra politica che affonda le radici nella Costituzione, ma guarda avanti. Che difende le conquiste di tutti - come la sanità, appunto, ma anche i servizi pubblici, la legalità - e propone un modello di sviluppo che mette insieme lavoro, impresa e ambiente.
La nostra politica si può riassumere in una sola parola: UGUAGLIANZA.
Oggi è il momento del CAMBIAMENTO.
È il momento di non accontentarsi, di rifiutare facili compromessi. È il momento di chiedere TUTTO.
Non c'è forse una scelta giusta. Si può provare a cambiare la società in cui viviamo qualunque sia il nostro ruolo. Per me sia come giornalista che come politico.
L'essenziale è l'impegno.
Ma visto che abbiamo fatto questo percorso insieme sentivo il bisogno di ascoltare i vostri pareri.
Li leggerò tutti. Promesso. Mi aiuteranno a scegliere anche se alla fine si deve decidere da soli.
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