Liguria, ancora quasi 132mila non vaccinati e non prenotati: più della metà sono over 50
di Marco Innocenti
Toti: "Nell'ultima settimana somministrate circa 8 mila prime dosi". Castagnola: "Sotto i 19 anni incidenza doppia rispetto al resto della popolazione"
“Sono quasi 8 mila le prime dosi somministrate nell’ultima settimana in Liguria". L'annuncio del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. "Un risultato importante perché ogni vaccino tutela la salute di tutti ed è un piccolo passo avanti verso la normalità. Una normalità che stiamo riconquistando ogni giorno. Stiamo superando la divisione del Paese in zone colorate, che speriamo vengano eliminate al più presto come richiesto dalle Regioni, per semplificare il più possibile le regole e la vita di tante famiglie, a cominciare dalla scuola che da lunedì dovrà confrontarsi con regole più facili e che tutelano l’istruzione in presenza”.
“Nella nostra regione – ha aggiunto il presidente Toti - le persone con dose booster che hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 4 mesi sono il 77,51%. Nella fascia della popolazione sopra i cinque anni, invece, quelli che hanno ricevuto almeno una dose sono l’86,61% e sono 82,51% quelli con ciclo completo. Ad oggi rimangono non vaccinati e non prenotati 131.931 persone, di cui over 50 e quindi con obbligo vaccinale, 67.930. I bambini, nella fascia tra i 5 e gli 11 anni, che hanno ricevuto almeno una dose sono il 24,39% e sono il 10,58% quelli con ciclo vaccinale completo”.
In merito alla circolazione del virus tra i più giovani: “Nelle ultime 2 settimane - osserva Elio Castagnola, responsabile di Malattie Infettive dell’Ospedale pediatrico Gaslini - si registra una chiara riduzione dei nuovi casi di incidenza in tutte le fasce di età, anche se l'incidenza nei soggetti di età inferiore ai 19 anni è circa doppia rispetto a quella della popolazione generale, con l'eccezione dei pazienti di età 0-2 anni in cui l'incidenza è simile a quella della popolazione generale. Nelle ultime settimane si è anche osservata una parallela riduzione dei nuovi ingressi in ospedale, anche se permangono frequenti gli ingressi di pazienti di età inferiore a 6 mesi, nati da madri non vaccinate".
"Nel contempo - aggiunge Castagnola - sono presenti in Istituto pazienti che richiedono trattamenti importanti: uno in terapia intensiva, 2 in semi-intensiva, tutti con infezione in atto, poi 1 paziente in terapia intensiva con MIS-C. Ricordiamo che la MIS-C, sindrome infiammatoria sistemica dei bambini, è connotata da febbre elevata, sintomi gastrointestinali (dolore addominale, nausea e vomito), sofferenza miocardica con insufficienza cardiaca, ipotensione e shock, e alterazioni neurologiche (meningite asettica e encefalite). La MIS-C ha spesso decorso minaccioso e richiede una terapia aggressiva, basata sulla infusione di immunoglobuline endovena (trattamento standard della malattia di Kawasaki), corticosteroidi a dosaggio elevato e, nei casi più gravi, anakinra. Al Gaslini è ricoverato anche un paziente negativizzato, ma in terapia per le conseguenze dell'infezione acuta. Nel contempo, sono ricoverati alcuni pazienti che richiedono trattamenti di medio-bassa intensità, tra questi attualmente sono ricoverati solo 3 pazienti con infezione attiva”.
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