La morte costa sempre più cara: i genovesi scelgono la cremazione e il cimitero cambia volto
di Emilie Lara Mougenot
Il caro vita non risparmia nemmeno la gestione del “caro estinto”: i costi aumentano, mentre la preferenza per la cremazione crea nuove sfide per i cimiteri
Il caro vita non risparmia la morte: anche dire addio ai propri congiunti è sempre più costoso.
In Liguria, una delle regioni italiane con la popolazione più anziana, il tema della gestione dei cimiteri e delle sepolture è diventato negli ultimi anni sempre più complesso. L’aumento delle cremazioni e il calo delle sepolture tradizionali tagliano i fondi destinati alla manutenzione dei cimiteri, disegnando un nuovo scenario per il settore.
A Genova, la cremazione è diventata la scelta predominante per le pratiche funerarie, con il 70% delle famiglie che la preferisce alla sepoltura tradizionale. Dietro a questa tendenza ci sono ragioni economiche, pratiche e culturali, che riflettono l’evoluzione delle abitudini degli italiani, in particolare nelle aree urbane del nord Italia.
Economia e spazio – Con costi che partono da 500 euro, la cremazione rappresenta una scelta economicamente più sostenibile rispetto alla sepoltura tradizionale. Il confronto è netto: se sommiamo il costo di un loculo, della concessione cimiteriale e della cerimonia dei funerali, i prezzi possono salire tanto. Franco Rossetti, direttore generale di ASeF, azienda comunale che gestisce circa il 35% dei servizi funebri genovesi, spiega come questa soluzione sia “una risposta pratica e sostenibile alle necessità economiche delle famiglie”.
Cambiamento culturale – La pratica della cremazione ha iniziato a diffondersi negli anni ’70, inizialmente con un peso ridotto, anche a causa delle posizioni storiche della Chiesa. In passato, le istituzioni cattoliche scoraggiavano questa scelta. Oggi, tuttavia, l’influenza ecclesiastica su questi temi è cambiata, anche grazie alla diminuzione di legami con tradizioni familiari. Come sottolinea Franco Rossetti, direttore generale di ASeF, “la cerimonia funebre ha perso un po’ del suo peso simbolico rispetto al passato. Oggi la scelta della cremazione è vista come una soluzione pratica, senza più le remore che un tempo la caratterizzavano”. Questo ha contribuito a sdoganare culturalmente la cremazione anche tra famiglie che, fino a qualche decennio fa, non l’avrebbero mai considerata.
Salute pubblica e impatto ambientale - La cremazione rappresenta anche una scelta più igienica e sostenibile. Le sepolture tradizionali richiedono spazio e, nel tempo, comportano anche l’utilizzo di sostanze per l’imbalsamazione e la gestione degli spazi cimiteriali, con un impatto ambientale significativo. La cremazione, invece, permette di risparmiare spazio e ridurre l’impatto dei rifiuti cimiteriali.
Nuove modalità di affido e dispersione delle ceneri - Oggi la cremazione offre inoltre nuove modalità di gestione delle ceneri, come l’affido, che fino a qualche decennio fa non era possibile. Questa soluzione, adottata da molte famiglie per evitare i costi di tumulazione, permette di mantenere le ceneri presso l’abitazione del defunto, oppure di optare per la dispersione in aree naturali autorizzate, soluzione regolamentata per tutelare l’ambiente.
La crescente preferenza per la cremazione, però, sta riducendo le entrate derivanti dalle concessioni tradizionali nei cimiteri, creando una carenza di fondi per la loro manutenzione.In Liguria, la gestione dei cimiteri richiede un impegno economico importante, anche a causa della geografia della regione, caratterizzata da terreni collinari e spazi limitati. La manutenzione ordinaria, come il mantenimento di muri, sentieri e verde pubblico, diventa più costosa e complessa, specie nei piccoli comuni. Senza il supporto delle entrate da concessioni, i comuni faticano a mantenere i cimiteri in condizioni decorose.
Senza finanziamenti adeguati, il rischio è che i cimiteri si trovino a dover affrontare una crisi strutturale, con conseguenze sulla qualità del servizio per i cittadini.
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