Imperia: si impicca in carcere l'uomo che il 5 gennaio aveva tentato di uccidere l'ex moglie
di Redazione
Si tratta del tredicesimo caso dall'inizio dell'anno

Nuovo suicidio in carcere. Stavolta a togliersi la vita è stato un detenuto del penitenziario di Imperia che si è impiccato nella sua cella. Lo rende noto la Uilpa polizia penitenziaria, ricordando che si tratta del tredicesimo suicidio dall'inizio dell'anno dietro le sbarre. L'ultimo detenuto a togliersi la vita è un 66enne, originario di Villalba ma residente in Liguria, in attesa di primo giudizio per aver cercato di uccidere, lo scorso 5 gennaio, l'ex moglie. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria.
"Ormai il trend delle autosoppressioni è a livelli spaventosi, basti pensare che nel 2022, quando si raggiunse la cifra record di 84 suicidi, in tutto gennaio i detenuti che si tolsero la vita furono 7. Il mese non è ancora finito e il tragico dato è quasi raddoppiato - dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato - Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che qualche giorno fa in Parlamento aveva paragonato i suicidi in carcere a una malattia da accettare, intervenendo durante le celebrazioni dell'inaugurazione dell'anno giudiziario ha parlato di ferita. Al Guardasigilli diciamo che le malattie si curano, o quantomeno se ne leniscono i sintomi, e le ferite si rimarginano, purché si sia in grado di somministrare la terapia adeguata. Dal Ministro della Giustizia ci aspettiamo l'indicazione di una strategia e delle soluzioni 'cliniche', per restare in metafora, e non la presa d'atto di un necroforo".
"Non si può far finta di nulla di fronte alla strage continua", sostiene De Fazio, che torna a mettere sul tavolo le richieste del sindacato: "serve subito un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie, con procedure accelerate, alla sola Polizia penitenziaria mancano 18mila unità, e il deflazionamento della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti". Parallelamente serve "una legge delega per la riforma complessiva del sistema d'esecuzione penale".
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