Imperia, causa Morgan-Bugo, l'ex Bluvertigo: "Il processo è come un palco e la star è il giudice, state processando un'opera d'arte"
di Redazione
"Non ero proprio a mio agio, ma c'era una solennità ed è un rito, quello che Bugo non aveva rispettato"
"Un tribunale è un po' come un palco, c'è la solennità. Non ero proprio a mio agio, ma c'era una solennità ed è un rito, quello che Bugo non aveva rispettato. Il tribunale è un ambiente simile (al palco, ndr) dove la star, naturalmente, è il magistrato, il giudice".
Lo ha detto Marco Castoldi, in arte Morgan, che oggi è stato ascoltato davanti al giudice monocratico Marta Bossi di Imperia come imputato nel processo per diffamazione aggravata nei confronti del collega cantautore Cristian Bugatti, in arte Bugo, per fatti avvenuti a margine del Festival di Sanremo del 2020.
"Come si può processare un'opera d'arte, un gesto poetico. È una cosa interessante, meriterebbe un approfondimento questo tema. Stiamo processando un'idea artistica, un testo, che non ha volgarità, violenza e pornografia. Si può processare un'opera d'arte? Se sì, parliamone". Durante l'esame avvenuto stamani in tribunale a Imperia, Morgan ha detto: "State processando un'opera d'arte" e uscendo da palazzo di giustizia ha argomentato questa sua affermazione. Ha anche aggiunto di essersi sentito leso nella propria dignità: "Certo. Sta nell'articolo 21 della Costituzione: diritto inviolabile, il merito e il rispetto di una persona, quando viene a mancare questo mancano i presupposti per collaborare".
Ma se Bugo le proponesse di tornare sul palco del Festival per fare pace? "Andiamoci piano - ha risposto Morgan -. Sono sempre pronto a riconciliarmi con chiunque, anche con le peggiori esperienze sentimentali. Quando tu dici ti amo, poi lo devi dire tutta la vita, non puoi odiare una persona a cui hai detto ti amo e non capisco come abbia fatto Bugo a denunciare un artista. Gli artisti non si denunciano, al limite si ignorano". In aula c'era anche Bugo, che ha deposto alla scorsa udienza come parte offesa. La vicenda riguarda degli epiteti rivolti da Morgan a Bugo nel contesto di interviste televisive e in occasione della conferenza successiva alla finale del Festival di Sanremo del 2020.
Il legale di Castoldi, infatti, l'avvocata Rossella Gallo del Foro dei Milano, ha più volte ribadito che la presunta diffamazione non ha ad oggetto il "cambio versi" del brano "Sincero". Interrogato dal pm, Morgan ha ricostruito i difficili rapporti con Bugo e con il management di quest'ultimo. L'artista, inoltre, affermato di essere co-autore del brano "Sincero": "Amadeus mi ha detto: a me non importa se c'è Bugo o se non c'è - ha detto Morgan -, l'importante è che venga tu. Se vieni da solo scegli il tuo brano, se vieni con Bugo scegli tu che brano presentare". In merito al cambio versi del testo di "Sincero", Morgan ha detto: "Non è stato premeditato, l'ho scritto cinque minuti prima di salire sul palco. È stato un atto di poesia e il ribaltamento algebrico del testo originale, per farlo guardare allo specchio. È stato un dissing, è una cosa normalissima, ma lui non essendo all'altezza è scappato".
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