Il calcio piange Luis Suarez: stella dell'Inter di Herrera, giocò tre stagioni nella Samp e allenò le giovanili del Genoa

Il calcio piange Luisito Suarez, uno dei calciatori più forti e iconico degli anni '50, '60 e '70. Aveva 88 anni.

Cresciuto nel Deportivo La Coruna, nel 1954, dopo un prestito all' Industrial, andò al Barcellona, dove iniziò a scrivere la sua leggenda: 176 partite totali, 80 gol, due campionati vinti, due coppe di Spagna e due Coppe delle Fiere. Nel 1960 fu eletto miglior calciatore d'Europa, fregiandosi cosi del Pallone d'Oro.

Nell'estate del 1961 il trasferimento all'Inter per una cifra di 300 milioni di lire, che permise alla società catalana di costruire un nuovo anello dello stadio. In nerazzurro militò fino al 1970: 333 presenze, 55 reti e una serie di successi che comprendono due Coppe dei Campioni, due coppe Intercontinentali, tre scudetti. Nel mezzo anche l'Europeo vinto con la Spagna nel 1964.

Nel 1970, e fino al 1973, l'avventura alla Sampdoria: tre salvezze condite da 73 presenze e 13 reti.

Dopo il ritiro, rimase a Genova per allenare le giovanili del Genoa, da dove iniziò una carriera da allenatore e dirigente che vide come momento più alto la vittoria degli Europei U21 con la Spagna, nel 1986.

La Sampdoria ha ricordato così il suo ex centrocampista:

"A Genova visse una seconda giovinezza, confermandosi malgrado l’età faro assoluto della mediana e ritagliandosi un posto speciale nel cuore della tifoseria. Alla famiglia le più sentite condoglianze da parte della società."