Giornata Nazionale del Trauma Cranico: come trattare un caso impossibile

di Redazione

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Le fasi, la riabilitazione e il reinserimento lavorativo e sociale

Giornata Nazionale del Trauma Cranico: come trattare un caso impossibile

Il trauma cranico è una condizione in cui una forza meccanica esterna causa una disfunzione cerebrale. Può trattarsi di una situazione temporanea o di una disfunzione permanente che nei casi più gravi può portare anche al decesso. Se ne parla a Bergamo il 16 novembre 2019, con la presenza di relatori, sia istituzionali sia professionisti del settore, e di familiari di persone colpite da un trauma cranico encefalico.

“La Giornata Nazionale del Trauma Cranico è un importante momento di incontro e confronto tra tutti i rappresentanti delle Associazioni” commenta Sandro Feller, Presidente della 21° GNTC. “Emerge una chiara fotografia dell’assistenza e della riabilitazione della Grave cerebrolesione acquisita in Italia. Pur con disomogeneità nei vari territori e aspetti da migliorare, il percorso sanitario ospedaliero presenta un buon livello di efficienza e organizzazione. Le criticità emergono nel momento successivo all’emergenza, ovvero il ritorno a casa e il successivo reinserimento lavorativo e sociale. Ad eccezione di poche realtà isolate, si fatica a proseguire e completare il percorso iniziato durante la fase acuta”.

La dottoressa e relatrice del convegno Marina Zettin, direttrice del Centro Puzzle di Torino dichiara: "Anche se il caso si presenta difficile, bisogna sempre dare la miglior risposta possibile spesso ottenendo più di quanto si potesse sperare in partenza. Dopo la riabilitazione ospedaliera, il percorso di chi ha subito un grave trauma cranico non è concluso, ma anzi entra nella sua fase più prolifica, cioè la parte socio-sanitaria: il paziente deve essere guarito a livello globale. Per questo noi del Centro Puzzle di Torino adottiamo un approccio olistico dove, a prescindere dalle condizioni del traumatizzato, partendo da una base teorica ricerchiamo nuove vie per una riabilitazione ad hoc, che coinvolga anche la famiglia e il lavoro. Alle terapie come la logopedia e la fisioterapia vengono affiancati dei trattamenti appositi per risolvere i problemi neuro-comportamentali; qui ci viene in soccorso la tecnologia: utilizziamo dei software per stimolare l’apprendimento della comunicazione verbale, gestuale e visiva, e un robot per l’equilibrio per gli esercizi di natura motoria e attentiva. La multidisciplinarietà dell’intervento è fondamentale, poiché tante funzioni del cervello corrispondono a tanti ingranaggi da dover solleticare”.