Genova, volontaria ONG: "Era importante che sbarcassero tutti a Lampedusa, non ce l'hanno concesso"

di Redazione

Dalle acque libiche a Genova, il viaggio della speranza dei 199 sopravvissuti al mare

Dopo lo sbarco dei 199 migranti approdati a Genova, una volontaria tedesca dell ONG Humanity 1, ha esternato ai microfoni di Telenord le condizioni precarie di alcuni profughi che sono stati salvati nelle acque libiche. Il tutto è avvenuto con quattro operazioni diverse nel giro di poche ore. A partire da Lunedì mattina, infatti, l'equipaggio della nave di soccorso Humanity 1 è stato costretto a scegliere, su sollecitazione delle autorità, chi tra i 270 migranti salvati in mare potesse sbarcare a Lampedusa. I sopravvissuti, già provati da giorni di navigazione in condizioni estreme, si sono trovati di fronte a una nuova sfida: l'attesa sotto il sole cocente, a bordo di una nave sovraffollata e lontana da cure mediche adeguate. Le autorità italiane hanno fatto trasferire solo 70 persone sull’isola, quelli che erano ritenuti i casi più estremi. C’erano molte donne, anche bambini molto piccoli, casi delicati dal punto di vista clinico, minori non accompagnati. La scelta è stata estremamente difficile nel decidere chi far scendere e chi no. Più le autorità sono state sollecitate affinché facessero sbarcare tutti, perché non avendo mediatori linguistici a bordo, per tutte le lingue, tutto risultava ulteriormente complesso. Ciononostante, gli addetti ai lavori hanno deciso, che al di là dei 70 sbarcati, il viaggio doveva proseguire fino a Genova, costringendo i restanti 199 migranti a una lunga traversata verso la Liguria, lunga altri 4 giorni. A bordo sono rimasti solo uomini, di questi, 77 sono minori non accompagnati, ed un minore con meno di 14 anni legato ad un nucleo familiare. La situazione sanitaria a bordo è stata critica, con molti dei sopravvissuti che necessitavano di cure mediche e psicologiche urgenti, tra i presenti, un uomo aveva una ferita d’arma da fuoco, e intanto la calura estiva aggrava ulteriormente le loro condizioni fisiche già compromesse. Infatti, ad  incidere sulla pericolosità del viaggio sono stati anche i fattori atmosferici, non solo il forte caldo, anche grandine, pioggia, vento, che hanno contribuito ad indebolire molte persone già fragili.

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