Genova, violenza negli ospedali Galliera e Villa Scassi: due aggressioni in poche ore

di Filippo Serio

1 min, 49 sec

Pugni e minacce a due infermieri. L'assessore Gratarola: "Aggressioni ceh impoverisono il nostro sistema sanitario"

Genova, violenza negli ospedali Galliera e Villa Scassi: due aggressioni in poche ore

Due aggressioni in poche ore in due ospedali a Genova: è accaduto prima al pronto soccorso dell'ospedale Galliera dove un uomo di 46 anni senza fissa dimora ha dato un pugno in testa ad un infermiere. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, il paziente è arrivato al pronto soccorso lamentando dolori al petto. Il personale sanitario si è accorto di alcune macchie sul suo corpo e lo ha spostato in una stanza isolata, per precauzione. Il paziente ha iniziato ad agitarsi e ha dato un pugno all'infermiere per poi scappare. Gli agenti delle volanti lo hanno poi raggiunto in via Silvio Pellico e lo hanno accompagnato in Questura dove lo hanno denunciato.

Poco dopo, al Villa Scassi, un'altra aggressione. I poliziotti hanno denunciato un uomo di 31 anni che si è presentato con la fidanzata. Al pronto soccorso l'uomo ha iniziato a ostacolare i protocolli sanitari, spintonando una infermiera e minacciandola con un coltellino. Immediato l'intervento delle volanti. Alla vista degli agenti l'uomo ha aggredito anche loro. Oltre al coltellino gli agenti gli hanno trovato due tessere sanitarie intestate ad altre persone e un cacciavite.

“All’infermiere aggredito oggi al Galliera e a tutto il personale sanitario dell’ospedale va la mia incondizionata solidarietà. Quest’ultimo episodio di violenza dimostra ancora una volta quanto siano assolutamente necessarie le nuove e più severe misure di protezione del personale sanitario adottate dal Governo, con cui mi trovo assolutamente d’accordo e che come Regione Liguria chiedevamo da tempo. - ha scritto l’assessore alla Sanità di Regione Liguria Angelo Gratarola - "Chi aggredisce un sanitario non fa altro che disincentivare proprio quei medici e infermieri che lavorano nelle aree più a rischio, a cominciare dai Pronto Soccorso. Aggressioni che impoveriscono il nostro sistema sanitario, che ogni giorno grazie all’abnegazione dei suoi operatori, cerca di offrire le migliori cure al cittadino. Questi atti di violenza favoriscono anche l'allontanamento del personale da contesti emergenziali con il rischio di un ulteriore impoverimento dell’intero sistema. Medici, infermieri, operatori sociosanitari non devono essere  visti come nemici da aggredire, ma come professionisti che si prendono cura della salute di tutti noi”