Genova, teatro: Ingmar Bergman secondo Andò, 'Sarabanda' alla Corte dal 28 gennaio

di steris

2 min, 33 sec

Il dramma tratto dal film del grande regista svedese racconta l’angoscia delle relazioni familiari

Genova, teatro: Ingmar Bergman secondo Andò, 'Sarabanda' alla Corte dal 28 gennaio

"Sarabanda", lo spettacolo teatrale firmato da Roberto Andò e tratto dall'omonimo film di Ingmar Bergman, è in scena al Teatro Mercadante di Napoli fino al 9 gennaio 2025, prima di partire per una lunga tournée nelle principali città italiane, che lo porterà a Genova dal 28 gennaio al 2 febbraio. Un'opera che affronta i temi della solitudine e delle complesse dinamiche familiari, portando in scena un racconto intenso e spietato che mostra il lato più oscuro e doloroso delle relazioni umane.

L'opera di Bergman – Considerata l’opera testamento del celebre regista svedese, "Sarabanda" esplora la disperazione e la solitudine dei suoi protagonisti, concentrandosi soprattutto sugli uomini, mentre le donne, come Marianne, rappresentano una speranza di salvezza e tenerezza. In scena, la figura di Marianne, interpretata da Alvia Reale, è quella che cerca di ricucire i legami distrutti e portare alla luce verità nascoste. Marianne si reca a trovare il suo ex marito, Johan, in un angolo isolato di un lago, dove vive lontano dal mondo, tormentato dai suoi demoni interiori.

Le dinamiche familiari - Johan, interpretato da Renato Carpentieri, vive in un costante stato di angoscia, in un inferno emotivo che sente di non poter sfuggire. La relazione tra padre e figlio è segnata da un odio reciproco che esplode in uno dei momenti più intensi dello spettacolo, con il confronto tra Johan e Henrik, interpretato da Elia Schilton. La figura del padre diventa simbolo di un amore possessivo e distruttivo, mentre Henrik lotta con i suoi conflitti interiori. La trama si sviluppa in un gioco di coppie e confronti, dove la solitudine e la difficoltà di comunicare sono al centro di ogni interazione.

La scenografia e la regia – La scenografia curata da Gianni Carluccio contribuisce in modo significativo all’atmosfera di "Sarabanda", con luci e ambientazioni che richiamano quadri ottocenteschi e le desolanti immagini di Edward Hopper. Le scene si alternano tra piani orizzontali e verticali, creando un gioco visivo che enfatizza le solitudini e i drammi interiori dei personaggi. Il sipario che si apre e si chiude diventa metafora dei rapporti che si formano e si disintegrano, rivelando una verità cruda e impietosa.

Il messaggio dello spettacolo – Nonostante l'intensità delle emozioni, "Sarabanda" non esplode mai in un dramma violento, mantenendo un registro sottile che lascia intendere più di quanto venga detto a parole. L'opera affronta la sofferenza di chi non riesce a trovare un senso alla propria esistenza, ma anche la ricerca di salvezza nell’arte e nei legami umani. La conclusione, affidata alla disperazione di Johan che invoca l’aiuto di Marianne, rappresenta il culmine di una resa dei conti emotiva e personale.

Il cast - Il gruppo di attori, tra cui Caterina Tieghi, che interpreta la figlia Karin, regala performance straordinarie che sono state applaudite a lungo dal pubblico alla prima. La forza del dramma risiede nell’intima violenza delle dinamiche familiari, ma anche nella delicatezza e nell’empatia che emergono attraverso le interpretazioni degli attori.

 

 

 

 

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