Genova, caccia ai "furbetti" delle mascherine: San Lorenzo peggio di via Sestri

di Michele Varì

In dieci minuti di osservazione nella strada del centro quattro passanti senza e dieci con il naso scoperto. A Sestri invece più attenzione

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Non sono i controlli a fare la differenza ma è il senso civico della gente: in via San Lorenzo, nel cuore del centro storico, nonostante la costante sfilata di auto e di pattuglie di polizia di stato, polizia locale, carabinieri ed esercito, di cittadini che non indossano correttamente la mascherina ce ne sono molti di più che nell'altra grande strada pedonale della città, via Sestri, nel ponente, che pure nella prima ondata di contagi era finita sotto accusa da parte del presidente della Liguria Toti che aveva rimarcato gli eccessivi affollamenti durante il lock down.

La nostra inchiesta può essere indicativa dell'osservanza dei cittadini alle normative anti contagio nelle due diverse zone ma, ovviamente, non ha la presunzione di emettere sentenze, di condannare o di assolvere.

L'osservazione parte alle 14 in via Sestri Ponente: qui troviamo un cittadino, un ragazzo che cammina tranquillo (al fianco di una ragazza) senza mascherina e quando gli chiediamo conto del suo comportamento risponde secco: “Ce l'ho in tasca ma all'aperto non mi pare il caso di indossarla”.

In via Sestri un secondo furbetto senza mascherina tenta goffamente di mascherarsi alzando il bavero per coprire bocca e naso, ma con scarsi risultati. La terza “sestrese” senza protezione è una musulmana che parla al telefonino, particolare che non la esenta dall'indossare la mascherina, che non ha neppure allacciata sotto il mento. Quarto passante in difetto una donna incinta, forse l'unica giustificata.

Dal ponente al centro di Genova, da una via pedonale all'altra, via San Lorenzo, nel cuore della città e del centro storico ormai cluster covid, per i contagi fra bengalesi e non solo.

Bastano dieci minuti di osservazione a capire quanto sia complicata la situazione nella città vecchia, bella e maledetta, crogiolo di etnie e di umani dolenti, migranti e sbandati nostrani, alcolisti e tossicodipendenti, clochard, la vera anima popolare di Genova che si affaccia sul porto antico: qui fra auto della polizia, dei vigili urbani, pattuglie di carabinieri e militari dell'esercito, ecco spuntare noncuranti passanti senza mascherina, ne contiamo tre, quattro, ma la vera differenza con Sestri e l''infinità di passanti e pure di negozianti che se ne stanno in bella mostra con la mascherina sotto il mento o, quando va bene, sotto il naso, che equivale a non indossarla.

Nei vicoli la polizia locale ha appena rifilato nove multe fra via del Campo e via San Luca: otto erano stranieri, uno italiano.

Un agente della municipale racconta che tanti cittadini tengono con la mascherina sotto il naso e quando vedono una divisa la indossano, ammettendo così  la loro colpa, perché di fatto esplicitano la consapevolezza di essere in difetto.

Per loro, assicura il poliziotto municipale, nessuna tolleranza e multa da 280 euro se pagata entro5 giorni. Giustifichiamo solo gli sbadati veri, aggiunge l'agente, quelli che ci arrivano sotto il naso senza accorgersi di non indossare la mascherina.

Come a a dire: dopo i giorni della tolleranza, ora si fa sul serio e le multe, come suggerisce la contabilità sempre più grave del contagio, d'ora in avanti fioccheranno sempre di più. In ballo c'è la salute, e dietro l'angolo, un altro lock down.