Genova, presentato il Dossier Statistico sull'immigrazione: sono 146.601 gli stranieri residenti in Liguria

di Carlotta Nicoletti

Nel 2022 si è registrata una ripresa dei flussi

La presentazione del Dossier Statistico Immigrazione è stata fissata a Roma, come di consuetudine, oggi 26 ottobre 2023 e anche in tutte le Regioni e Province autonome d’Italia ad opera delle redazioni regionali del Dossier. A Genova la presentazione è avvenuta alle ore 10,30 presso l’Auditorium Giuliano Carlini dei Giardini Luzzati. Lo scopo di questi eventi è di fornire una informazione corretta e quanto più possibile completa sul fenomeno migratorio in Italia, pur così vasto e complesso. Il Dossier è nato nel 1991 per raccogliere e commentare quanti più dati disponibili sul fenomeno migratorio, ha impegnato quest’anno più di 130 autori del mondo accademico, sociale, associativo e istituzionale, i quali hanno contribuito a redigere le varie parti del volume (internazionale, nazionale e regionali), con il supporto dei dati statistici più aggiornati relativi a molteplici e importanti aspetti che riguardano gli immigrati in Italia.

A fine 2022 sono 146.601 le persone di cittadinanza straniera residenti in Liguria, con una crescita dello 0,8% rispetto all'anno precedente e un'incidenza sulla popolazione del 9,8%, sostanzialmente in linea con gli anni precedenti. Se guardiamo all'immigrazione un'ottica di lungo periodo siamo ancora in una situazione di "curva piatta", cioè di sostanziale stabilità.

Dal punto di vista delle provenienze continentali la Liguria si caratterizza per un 44,3% di europei, più o meno equi-distribuiti tra Est Europa e Unione Europea, in aumento rispetto agli anni precedenti. Seguono i cittadini dall'Africa che costituiscono il 22%, sostanzialmente dall'Africa settentrionale e in misura minore dall'Africa occidentale. Dall'America centrale e settentrionale proviene il 19% delle persone di cittadinanza straniera; il 14,2% sono dall'Asia, con un incremento negli ultimi anni dai paesi del Sud-Est Asiatico. In merito alle singole nazionalità, l'aumento degli europei è dovuto soprattutto residenti rumeni cresciuti dell'8,4%, sopravanzando gli albanesi. L'incremento dall'Asia è costituito soprattutto da bangladesi (+4,9%) e pakistani (+5,4%).

Nel 2022 si registra una ripresa dei flussi, come si evince dai dati sui soggiornanti che sono saliti da 113-373 a 122.988 nel 2022.Se si osservano, invece, i permessi di soggiorno rilasciati nel corso del 2002 si notano due processi: un incremento dei permessi per ricongiungimento familiare che sono passati da 4.013 a 5.421 (+35%), segno del percorso di stabilizzazione e integrazione nel paese.

L'altro è la situazione dei richiedenti asilo e rifugiati. Il 2022 in particolare vede un raddoppio dei permessi rilasciati per protezione internazionale da 5.497 a 12.848 nello stock e da 1.108 a 8.188 nei nuovi rilasci. Questa situazione è legata soprattutto ai permessi rilasciati agli Ucraini (5.759 su 8.188 - praticamente 7 su 10). Escludendo la situazione Ucraina i soggiornanti per protezione passano da 1.108 a 2.429, con rifletti anche sui numeri dei centri di accoglienza che da 3-306 a fine 2021 sono saliti a 4.936 a fine 2022.

Il lavoro ha ancora quota piuttosto bassa rispetto agli altri motivi di soggiorno, perché i 1.849 rilasciati contengono dentro ancora i risultati del provvedimento di emersione del 2020 (ben 1.424 sui 1.849 - quasi 8 su 10). Se togliamo questi rimangono solo 425 nuovi permessi di soggiorno rilasciati per lavoro che sono sempre un numero ridottissimo. La popolazione straniera è sempre demograficamente "giovane" -cioè composta per lo più da giovani e adulti, il che contribuisce a frenare il calo demografico della popolazione ligure che persiste da molti anni (ancora nel 2022 il saldo naturale della popolazione italiana è negativo: 15.430).

Il capitolo di quest'anno si apre definendo la Liguria come una terra di anziani e di turisti, cioè una regione con l'età media più elevata d'Italia. Questo comporta la necessità di manodopera nei servizi di cura e assistenza (dalle assistenti famigliari agli OSS e agli infermieri), ma anche una maggiore richiesta di personale in sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro, la cosiddetta replacement demand, come emerge dai risultati dell'annuale indagine sui fabbisogni delle imprese. Questo vale soprattutto in alcuni settori: non solo quello sanitario ma anche quello dei servizi turistici, di alloggio e ristorazione.

Sono oltre 26mila gli studenti di cittadinanza straniera nelle scuole liguri, con percentuali diverse nei vari ordini di scuola. La loro incidenza sul totale degli alunni è del 14,4% con alcune differenze tra i vari ordini di scuola. Non è variata molto nell'ultimo decennio (tale incidenza era dell'11,2% dieci anni fa), ciò che è cambiato è la composizione di questi ragazzi: oggi sono per lo più seconde generazioni nate in Italia (quasi il 65%) mentre 10 anni fa tale quota sfiorava il 40%.

Se permangono ancora delle differenze e delle difficoltà nei percorsi di questi ragazzi, sono comunque innegabili dei miglioramenti rispetto al passato: sono migliorati gli indicatori relativi ai risultati scolastici con un rallentamento negli ultimi cinque anni degli abbandoni e dei Neet. Segnali positivi emergono anche dalla scelta degli istituti superiori, visto che l'anno scolastico 2021/2022 mostra un'equa tripartizione tra licei (frequentati dal 31,4% degli studenti stranieri), istituti tecnici (34,3%) e professionali (34,4%), un deciso cambiamento rispetto ad un decennio fa quando gli istituti professionali assorbivano quasi la metà degli studenti stranieri (45,7% nell'a.s. 2012/2013).

In merito al mondo del lavoro la pandemia ha comportato un forte calo nell'occupazione, con una perdita di quasi 5mila posti di lavoro che hanno riguardato solo la popolazione straniera. Il 2022 è l'anno della ripresa, gli occupati stranieri sono il 10,6% sul totale dei lavoratori, sono saliti in termini numerici a 65mila tornando quasi ai numeri prima della pandemia, ma sono ancora una quota consistente dei disoccupati (il 20,4% di tutti i disoccupati sono stranieri, cioè 1 disoccupato su 5), ma il tasso di disoccupazione è comunque in discesa, passa dal 19,8% al 12,5% ed è il dato migliore degli ultimi 6 anni.

Segnali positivi, dunque, che però nascondono difficili processi di mobilità sociale. I lavoratori stranieri continuano ad essere concentrati nelle professioni manuali a bassa qualificazione: il 21,8% svolte un lavoro manuale non qualificato (a fronte del 7,3% tra gli italiani). Cresce il lavoro manuale qualificato (34,2% anche se rimane piuttosto ampio il divario con la quota degli italiani pari al 18,3%). Più simile la percentuale di impiegati e addetti alle vendite (italiani e stranieri entrambi circa al 36%). Infine, nelle professioni più alte, tecniche e intellettuali permane la polarizzazione inversa con il 38,8% tra gli italiani e 7,8% tra gli stranieri.

Nello specifico dei vari comparti lavorativi l'edilizia ha segnato una ripresa nel 2002 (circa +2mila occupati) dopo alcuni anni in calo per quanto riguarda il numero di occupati. Il commercio è uno dei settori che ha subito maggiormente gli effetti di chiusura della pandemia (da 7.388 nel 2019 a 3.702 nel 2021), per poi iniziare a riprendersi nel 2022 (5.528, circa 1.800 occupati in più) ma senza tornare a livelli pre-pandemici.