Genova, ottiene il reddito di cittadinanza ma vive nel lusso: 40enne denunciata
di Redazione
Aveva falsificato la richiesta per il sussidio, ma frequentava locali costosi, yacht di amici e comprava vestiti griffati. Con lei scoperti altre 59 presunti truffatori
Vive in uno dei quartieri più lussuosi di Genova, Albaro, veste griffato, frequenta locali costosi, quando può sale sullo yacht di amici, ma ha chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza. La truffa alle istituzioni le è costata una denuncia da parte dei carabinieri e ora dovrà restituire quanto ricevuto illecitamente. Lo hanno rivelato i carabinieri della Compagnia di Genova - San Martino che dopo una serie di controlli hanno denunciato in stato di libertà 60 persone, italiane e straniere, residenti a Genova e provincia, per indebita percezione del Reddito di Cittadinanza e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Le indagini, sviluppatesi attraverso l'incrocio dei dati delle Banche Dati in uso alle Forze di Polizia, attività di osservazione, pedinamento e monitoraggio dei profili social, hanno consentito di accertare numerose irregolarità. In particolare sono emerse le "modalità elusive" più ricorrenti: residenze fittizie, composizioni dei nuclei familiari modificate, mancata comunicazione della sottoposizione ad una misura cautelare, l'omissione dei redditi percepiti e la falsa attestazione di aver risieduto nel territorio italiano. Inoltre, dal monitoraggio della rete internet e dei social network, è stato possibile individuare il profilo pubblico di uno degli indagati, una donna 40enne, residente in un appartamento del noto quartiere genovese di Albaro e beneficiaria di un sussidio mensile di 500 euro, il cui elevato tenore di vita - testimoniato dalla disponibilità di borse ed abiti griffati, auto di lusso nonché dalla frequentazione di locali della movida genovese, costosi ristoranti e yacht - è risultato assolutamente incompatibile con la fruizione della misura di welfare a sostegno delle fasce più indigenti della popolazione. Sono stati tutti segnalati all'Inps per l'immediata revoca del beneficio, con efficacia retroattiva, e sono state avviate le necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito, che si stima si aggiri complessivamente sui 350.000 euro.
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