Genova, letteratura: Vito Molinari, 'papà' della tv italiana, torna in libreria con "Il soldato"

di steris

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Cinque racconti in cui diversi soldati – un nazista, un fascista, un soldato americano, un ucraino e un palestinese – vivono un destino di dolore

Genova, letteratura: Vito Molinari, 'papà' della tv italiana, torna in libreria con "Il soldato"

Vito Molinari, il 'papà' della tv italiana, torna in libreria. Il 95enne intellettuale di Sestri Levante propone infatti "Il soldato", un libro che esplora la crudezza dei conflitti attraverso cinque racconti in cui diversi soldati – un nazista, un fascista, un soldato americano, un ucraino e un palestinese – sono protagonisti di destini segnati dal dolore e dalla violenza. Un'opera che riflette sull'assurdità della guerra e sul tragico impatto che essa ha sull’umanità.

Cinque racconti, cinque soldati – Il libro, edito dal Gruppo Albatros Il Filo, raccoglie cinque storie di uomini le cui vite sono stravolte dalla brutalità della guerra. Ognuno dei protagonisti, pur provenendo da contesti differenti – un colonnello nazista, un fascista durante il periodo di Mussolini, un soldato americano, un ucraino e un palestinese – si trova a fronteggiare il medesimo destino: quello di essere consumato dal conflitto. Le storie non si limitano a raccontare le guerre passate, ma si allargano a temi universali e contemporanei, rivelando quanto la violenza non conosca né confini né ideologie.

Un destino comune – Non importa da quale parte si combatta, afferma Molinari attraverso la voce dei suoi protagonisti. La guerra è un dramma che colpisce indistintamente carnefici e vittime, senza pietà per nessuno. Oltre agli stessi soldati, la violenza della guerra coinvolge anche i civili, che spesso si trovano a subire la follia di un mondo che non hanno scelto. La violenza non fa differenza tra ideologie o etnie, ma abbatte ogni illusione di giustizia e gloria.

Il filo rosso della guerra – L'autore intreccia le storie di questi uomini, unendo le vicende attraverso un filo rosso che collega le loro esperienze nel tempo e nello spazio. I conflitti si susseguono senza tregua, e per ogni protagonista, la guerra rappresenta l'inevitabile destino che lo trascina verso la morte, la distruzione e la disillusione. Ogni racconto è un viaggio nei luoghi e nelle epoche più drammatiche della storia, ma il messaggio è chiaro: la guerra è una forza che, in ogni momento e in ogni luogo, travolge senza sosta chiunque vi sia coinvolto.

Un linguaggio incisivo – La raccolta si distingue per uno stile diretto e potente, capace di trasmettere in modo efficace l’atrocità della guerra. Ogni pagina è intrisa di riflessioni dolorose sulla condizione umana e sul tragico destino di chi si trova a combattere, che siano soldati o civili. La narrazione non risparmia nulla, mostrando senza alcuna retorica la brutalità dei conflitti. Il libro, dunque, invita il lettore a riflettere sull'assurdità della guerra e sull’impotenza di fronte alla sua follia.

 

Vito Molinari e la sua carriera – Molinari è un personaggio leggendario e una delle figure centrali nella storia della televisione e del teatro italiani. Ha pubblicato diciotto libri, due sono in uscita: il terzo libro de Le indagini del Commissario Guido Ballarini e La Crociata degli Innocenti, basato su un episodio realmente accaduto nel 1212. Cittadino onorario di Sestri Levante, dove è nato, è stato nominato dal Presidente Mattarella Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica. In suo onore sono state apposte due targhe: una nel palazzo dove è nato, in Corso Colombo a Sestri Levante, e una davanti al Palazzo della Rai di Milano, in Corso Sempione 27, per ricordare che il 3 gennaio 1954 ha diretto la trasmissione inaugurale della tv. Ha diretto oltre duemila programmi, tra cui Un, due, tre con Tognazzi e Vianello, L’amico del giaguaro con Bramieri, Del Frate, Pisu, Controcanale con Corrado, La via del successo con Walter Chiari, Canzonissima ’62 con Dario Fo e Franca Rame, Babau con Paolo Poli, Lisistrata con Bramieri e Milva, Il viaggio di Astolfo di Zapponi, con Proietti e Rascel, I 7 peccati capitali di Brecht-Weill con Milva, Ubù roi con Palmer Scarpitta, Cochi e Renato e Pippo Franco, le operette a colori (Cavallino bianco, Acqua cheta, No, no, Nanette), Atelier, sceneggiato con Elsa Martinelli e Paola Pitagora. Ha firmato centinaia di spettacoli teatrali, tra cui quelli su Feydeau, Molière, gli umoristi Marchesi, Metz, Mosca, Manzoni, Petrolini, Campanile. Ha lanciato Elisabetta Viviani, Paolo Villaggio (Fracchia con Agus e la poltrona sacco), Enrico Montesano, Caruso, Funari, Oreste Lionello, Carmen Villani, Ombretta Colli, Margaret Lee, Lara Saint Paul. Tra le sue frequentazioni Maria Callas, Ingrid Bergman e Kim Novak. Ha lavorato con tutti i comici e le soubrettes, con star mitiche come Marlene Dietrich, Amru Sani, la Grecò, Josephine Baker.

 

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