Genova, lavoratori Siat in sciopero: "No al rientro senza accordo dallo smartworking"

di Marco Innocenti

I sindacati: "Passare al 'tutti dentro' senza un accordo è una cosa che non sta nel mondo reale"

Una mattinata di protesta per i lavoratori di Siat, società di assicurazioni del gruppo Unipol che conta circa 250 dipendenti in tutta la Liguria. Motivo dell'agitazione, la decisione dell'azienda di far rientrare tutti i lavoratori dallo smart working, senza nemmeno provare a cercare un accordo per regolamentarne l'applicazione all'interno dei propri uffici.

"In questi mesi di pandemia - dicono i rappresentanti sindacali presenti davanti all'azienda con i lavoratori - abbiamo tutti lavorato da remoto, aumentando peraltro la produttività, raggiungendo gli obiettivi fissati dall'azienda e ottenendo i relativi premi di produzione. Ora, di colpo, l'azienda impone il rientro a tutti, ad eccezione di una ristrettissima minoranza".

"Il 30 settembre - riferisce Emilia Rossi, delegata Fisac Cgil - è arrivata la comunicazione dall'azienda e tutti siamo rimasti stupiti. Non si faceva alcun riferimento al rispetto dei limiti di capienza degli uffici. Tempi e modi ci sono stati forniti solo 25 giorni dopo. Un'azienda che va in controtendenza rispetto a tutte le altre, che cercano di tenere i lavoratori in smart working almeno fino al 31 dicembre ma anche contro le richieste del governo che invece stimola le aziende a incentivare il lavoro da casa. Siamo ancora in pandemia e il lavoro è cambiato".

"C'è una questione di sicurezza - riferisce - Entrare così, senza la necessaria osservanza delle norme di sicurezza, poi manca lungimiranza del gruppo Unipol di adeguarsi a quello che è il mondo attuale: passare dal 90% di colleghi in smartworking al tutti dentro, senza un accordo che regoli adeguatamente il futuro agile, è una cosa che non sta nel mondo reale".