Genova, Landini (Cgil) a difesa esuberi Maersk: "Non è IA che licenzia, ma chi la gestisce"
di Redazione
Il leader sindacale interviene anche sui referendum sul lavoro e sulla questione salariale
"Io credo che tutte le persone intelligenti sappiano che la tecnologia non è neutra. La tecnologia dipende da chi la usa, da chi la controlla e com'è stata fatta e com'è stata progettata. Quindi da questo punto di vista questa idea che è l'intelligenza artificiale che fa perdere posti di lavoro non la condivido. Il punto vero è chi usa la tecnologia, a quali fini e con quale qualità che determina quelle condizioni. Tanto più se utilizzi la tecnologia per sostituire le relazioni e le persone è chiaro che questo per noi va messo in discussione e quello che noi chiediamo non è contro la tecnologia ma è poter discutere e progettare assieme anche le finalità della tecnologia". Così Maurizio Landini, segretario nazionale Cgil dopo quanto accaduto a Genova dove l'altro ieri il colosso dello shipping Maersk ha licenziato 4 dipendenti che secondo i sindacati verranno sostituiti dall'intelligenza artificiale.
Problema - "Questo è un problema più generale, ma questo è un tema che si pone con molta forza ed è un tema che oggi non si sta discutendo da nessuna parte, e c'è bisogno che ne parlino anche le forze politiche - ha aggiunto Landini -. E' chiaro che si sta cercando di affermare un modello di fare impresa che utilizza la tecnologia per smantellare i diritti. Questo non è l'intelligenza artificiale. Questi sono quelli che hanno progettato e utilizzano l'intelligenza artificiale con quelle caratteristiche, quelle forme. Noi siamo assolutamente d'accordo con la posizione che i sindacati e i lavoratori hanno assunto e chiediamo che ci sia immediatamente il ritiro di questi licenziamenti e che si apra poi una discussione per affrontare i problemi, ma quello dei licenziamenti deve essere una strada che noi sbarriamo, del resto è anche quella che lanciamo con il referendum: quella di dare quelle tutele contro i licenziamenti ingiusti, sia per chi lavora in grande aziende, sia chi lavora in imprese sotto i 15 dipendenti".
Referendum - "Penso che i referendum siano una grande prova di democrazia e di libertà. Noi ci rivolgiamo a tutti i cittadini perché il referendum a differenza delle elezioni politiche amministrative non è un voto che delega qualcuno a rappresentare ma è un voto che permette a te cittadino di cancellare le leggi balorde che stanno limitando la tua libertà. E siccome quei referendum permettono di rendere meno precario il lavoro, vogliamo rendere più sicuri il lavoro, vogliamo estendere i diritti di cittadinanza a tutti, è una battaglia per la libertà".Così Maurizio Landini, segretario Cgil, tra i promotori dei referendum sul lavoro.
"Uno non è libero se precario, uno non è libero se non arriva alla fine del mese, uno non è libero se lo possono licenziare dalla sera alla mattina, uno non è libero se muore sul lavoro - ha sottolineato Landini -. E per essere liberi oggi bisogna avere questi diritti e quindi quella è una battaglia. Noi ci rivolgiamo non solo agli iscritti della Cgil. Noi ci rivolgiamo a tutti i cittadini e a tutte le cittadine del nostro paese, giovani e anziani, i giovani in particolare perché hanno sulle loro spalle una precarietà senza fine e gli anziani perché in modo molto chiaro se il mondo è fatto di precarietà, di sfruttamento, i sistemi di pensioni, i sistemi sanitari pubblici non esistono".
Salari bassi - "Uno dei problemi del nostro paese è che rispetto all'Europa è uno di quelli dove ci sono i salari più bassi dappertutto e in molti casi con dei livelli di precarietà nel lavoro che non hanno precedenti. In questi anni si è tolto valore al lavoro perché si è pensato, attraverso appalti, subappalti, sotto appalti, di affrontare questa situazione. Il risultato è questo". Risponde così Maurizio Landini, segretario Cgil, a margine di un convegno sui referendum, al grido d'allarme di molte aziende liguri che non riescono a trovare lavoratori specializzati come edili o saldatori nonostante Unioncamere abbia ipotizzato almeno 12.000 possibili assunzioni.
"I nostri giovani da una parte se ne stanno andando a lavorare in altre parti dove guadagnano di più, inoltre ne stanno nascendo meno. E noi abbiamo un problema con il calo demografico, non dobbiamo chiudere le frontiere ma abbiamo bisogno di programmare gli ingressi. Tutte cose che andrebbero programmate, discusse, non lasciate al mercato come viene raccontato. Perché lasciarle al mercato determina la situazione che abbiamo oggi: cioè un aumento della precarietà e un far west nel lavoro".
"Quindi se si vuole affrontare questa cosa in modo serio, lo dico anche alle associazioni di imprenditori, bisogna partire rinnovando i contratti, bisogna partire aumentando i salari, bisogna partire investendo sulla formazione e bisogna avere in testa che in un'ottica anche di utilizzo della tecnologia bisogna ridurre gli orari di lavoro e investire maggiormente nella formazione. Bisogna cambiare il modello di fare impresa. Perché quello che si è affermato in questi anni è un modello di fare impresa fondato sullo sfruttamento, sulla precarietà e in molti casi un modello che uccide le persone perché purtroppo si continua a morire a ritmo di 3- 4 persone al giorno" ha concluso Landini.
Tassare rendite e profitti - "Siamo in un anno in cui ci sono milioni di lavoratori alle prese col rinnovo dei contratti. Ci sono i metalmeccanici che stanno scioperando, ci sono gli edili che sono in trattativa, ma anche il settore chimico nei prossimi mesi o quello elettrico che ha iniziato le trattative. Penso ai milioni di lavoratori pubblici nei confronti dei quali il governo sta tentando di far passare una soluzione che non è accettabile perché di fronte a un'inflazione del 17% pensare che tu porti a casa un aumento del 6% vuol dire programmare la riduzione del potere d'acquisto dei salari". Lo ha detto Maurizio Landini, segretario Cgil, a margine di un convegno sui prossimi referendum. "Io credo che un sindacato degno di questo nome non lo può permettere - ha aggiunto - e quindi da questo punto di vista deve essere chiaro a tutti che aumentare i salari oggi è un elemento anche per far crescere il nostro paese e questo tema lo deve assumere anche il governo. E quando dicono dove si vanno a prendere i soldi rispondo: facendo pagare le tasse, combattendo l'evasione fiscale, facendo tassare davvero la rendita e i profitti, mentre gli unici che pagano le tasse sono i lavoratori dipendenti e i pensionati".
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