Genova, in scena come sul ring: Patrizio Oliva a teatro per l'educazione sportiva

di Redazione

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Martedì 12 novembre al Teatro della Gioventù: dopo l'esibizione, il dibattito sui valori dello sport

Genova, in scena come sul ring: Patrizio Oliva a teatro per l'educazione sportiva

Lo sport come motore dei valori da trasmettere ai giovani: arriva a Genova lo spettacolo di Patrizio Oliva, campione olimpico di pugilato a Mosca 1980 e in seguito campione mondiale dei pesi superleggeri, nell'arco di una tournée per le scuole che ha già avuto successo in Campania e in Puglia.


Pubblico giovane - Il programma dell'evento vedrà l’esibizione del campione olimpico di pugilato a cui farà seguito un dibattito: assieme al pugile-attore, saranno coinvolti la giornalista Raffaella Palumbo, il manager Maurizio Marino e l'attrice Rossella Pugliese, che interpreta il ruolo della mamma di Oliva nello spettacolo. Tra il pubblico saranno presenti gli alunni provenienti da alcuni istituti scolastici del capoluogo ligure.


Educare e sensibilizzare -  “L’obiettivo di questi incontri-spettacolo e del conseguente dibattito è il contrasto dei comportamenti di violenza verbale, fisica e psicologica, il cosiddetto bullismo giovanile – spiega l’organizzatore Maurizio Marino - con la sensibilizzazione, l'educazione e la promozione di un ambiente scolastico sicuro e accogliente, attraverso il racconto dello Sport e di un modello sportivo esemplare quale Patrizio Oliva, campione olimpico e mondiale di pugilato”.


L'approccio del campione - “È uno spettacolo che nasce rivolto ai giovani – aggiunge Patrizio Oliva - Permette di far capire che si possono coronare i propri sogni e avere risultati anche se si proviene da contesti difficili come il mio. Molti ragazzi oggi si sentono avviliti perché non vedono possibilità, ma con la mia storia dimostro che, pur venendo dalle macerie della vita, si possono conquistare risultati, rifiutando anche il richiamo della malavita. All’epoca non avevo neanche i soldi per acquistare il biglietto dell’autobus e facevo ogni giorno quindici chilometri per allenarmi e realizzare il mio sogno. È la dimostrazione che per raggiungere il successo non ci sono scorciatoie ma solo lavoro, fatica e sudore, a differenza di quanto ai giovani traspare frequentando il mondo dei social. Le scorciatoie sono pericolose e avvicinano alla criminalità, mondo dal quale una volta entrati non si può uscire”.