Genova, il Teatro Nazionale presenta Turandot: una fiaba che abbraccia modernità e comicità
di Lorenzo Aluigi
Nella cornice del Teatro Eleonora Duse, l'opera di Carlo Gozzi sarà visibile dal 5 al 17 dicembre
Una principessa che fa tagliare la testa agli uomini che vorrebbero sposarla, ma che ha paura di perdere la testa per amore. Il Teatro Nazionale di Genova, diretto da Davide Livermore, presenta in prima assoluta al Teatro Eleonora Duse dal 5 al 17 dicembre, Turandot di Carlo Gozzi.
Raramente rappresentato ai giorni nostri, il testo del drammaturgo veneziano, che avrebbe poi ispirato la celebre opera di Puccini, nella rilettura empatica del regista Andrea Collavino ci appare come una fiaba teatrale di straordinaria modernità.
Scritto nel 1762 sulla base di una favola orientale comparsa nella raccolta I mille e un giorno del francese François Pétis de la Croix, Turandot racconta la storia di una principessa che si ribella al padre e rifiuta il matrimonio per evitare di perdere la propria indipendenza, come accaduto a tutte le donne che la circondano. Decide, quindi, che chi chiede la sua mano dovrà rispondere a tre difficilissimi indovinelli e che sarà decapitato se non darà le risposte corrette. Quando Calaf, principe in disgrazia ma ricco di virtù, pur di non sposarla contro la sua volontà accetta di mettere ancora a rischio la propria vita, nonostante abbia brillantemente risolto i tre enigmi, qualcosa in lei cambia.
«Turandot è divisa tra il desiderio di amare e il timore di perdere sé stessa e la libertà» afferma Andrea Collavino. «Una complessità che facciamo risaltare nella messa in scena, ponendo l’accento sulla lotta interiore, che alla fine la porterà a fidarsi dell’uomo che dice di amarla più della sua stessa vita».
«Turandot combatte contro gli uomini che vogliono decidere della sua vita, in un mondo in cui vige il patriarcato» aggiunge la dramaturg Carlotta Corradi. «Nel XVIII secolo Turandot è una vera femminista, portavoce e paladina di tutte le donne vissute prima di lei e intorno a lei».
Un’atmosfera nostalgica e sognante caratterizza lo spettacolo, recitato nei melodiosi versi originali.
La scena astratta e gli eleganti costumi, firmati rispettivamente da Atelier Nostra Signora e da Sonia Marianni, insieme alle luci di Aldo Mantovani contribuiscono a creare uno spazio metafisico, che non richiama né un tempo né un’epoca precisi.
Re, dame, cortigiani, servitori (mantenuti con la caratterizzazione delle maschere della commedia dell’arte presenti nel testo di Gozzi) contribuiscono allo sviluppo della storia, portata in scena da nove interpreti brillanti e affiatati, pronti a impegnarsi anche in più parti: Andreapietro Anselmi, Elsa Bossi, Beatrice Fedi, Lisa Lendaro, Davide Lorino, Luca Oldani, Deniz Özdoğan, Nicola Pannelli e Graziano Sirressi. Musiche eseguite dal vivo da Graziano Sirressi e Davide Lorino.
Condividi:
Altre notizie
Genova, nello studio di Odo Tinteri: pittura, musica, letture, riapre lo studio del pittore
26/11/2024
di Paolo Zerbini
“Genova per lui”, omaggio ad Alberto Lupo al Teatro Govi di Bolzaneto
26/11/2024
di Anna Li Vigni
A Pontedecimo primo caso genovese di "Svuota la Vetrina": i clienti sono gli insegnanti
26/11/2024
di Gilberto Volpara
Ecuadoriani di Genova in festa a San Benigno: musica, gastronomia e allegria
25/11/2024
di Anna Li Vigni
Viaggio tra mistero e redenzione: domani alle 22.30 su Telenord “City of Ghosts”
25/11/2024
di Matteo Cantile
Giornalismo: addio a Luciano Garibaldi, storica firma del "Corriere Mercantile"
25/11/2024
di Redazione