Genova, il Suq Festival chiude la 24esima edizione con 45mila presenze
di Marco Innocenti
La direttrice Peirolero: "Si respira un senso di confidenza: molte persone ci dicono che c’è bisogno di un posto come questo"
La 24esima edizione del SUQ Festival si chiude con un bilancio positivo e ritrova il suo pubblico con una stima di circa 45.000 presenze, un successo provato dalle oltre 50mila stoviglie compostabili Mater Bi smaltite in 10 giorni di manifestazione, dal 17 al 26 giugno 2022 al Porto Antico di Genova e in altri luoghi della città. A questa edizione hanno partecipato 95 ospiti con 30 diversi paesi rappresentati, un vero e proprio “Atlante di voci”, in coerenza con il titolo assegnato all’intero programma segnato dal festoso ritorno del bazar dei popoli sotto il tendone di Piazza delle Feste. Si consolida il numero degli spettatori del Teatro del Dialogo con circa 1.000 biglietti venduti. Il budget complessivo è di 155.000€ solo per il 30 % coperto da finanziamenti pubblici -Comune di Genova, Ministero Cultura, Regione Liguria –a cui l’impresa sociale Suq Genova Festival e Teatro accede attraverso bandi. E spesso con risposte che arrivano tardive.
Ma, al di là delle cifre, colpisce l’affetto manifestato attraverso i tanti messaggi inviati o anche semplicemente parlando con i circa 50 componenti dello staff, dalle molte persone che vivono il SUQ come una casa dove ritrovarsi, discutere, cenare, ballare. Un’atmosfera amichevole e aperta, culminata con la visita emozionante dell’arcivescovo di Genova Marco Tasca che ha complimentato la manifestazione perché “mette insieme culture, storie e sensibilità diverse, ed è questa la grande sfida di oggi” rivolgendo poi una preghiera a una platea davvero multiculturale. Un gesto di fratellanza a cui si sono unite persone di ogni fede, in nome della pace.
"Il SUQ – dichiara la direttrice Carla Peirolero – assolve sempre la funzione per cui è nato: fare incontrare le persone in un’atmosfera di convivialità, superando le differenze culturali e generazionali. Ogni anno questa consapevolezza arriva accompagnata da un senso di sorpresa, come se fosse inaspettata. Invece è proprio per ottenere questo risultato che Valentina Arcuri e io abbiamo fondato il SUQ, cercando di creare le condizioni migliori possibili per sviluppare l’amicizia tra le persone e quindi, simbolicamente, tra i popoli. Gli artisti, gli scrittori, i giornalisti che ospitiamo sono contenti di avere un rapporto diretto con il pubblico, con cui diventa più semplice trattare temi anche delicati. Si respira un senso di solidarietà e in qualche caso anche di confidenza. Molte persone sole vengono per cenare in compagnia e ci dicono che c’è bisogno di un posto come questo. Mi viene in mente un proverbio africano: La chiacchierata è preziosa, perché nell’aldilà non esiste”.
Foto di Max Valle e Giovanna Cavallo
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