Genova, Bassetti multato per musica troppo alta attacca la polizia locale: "Forti coi deboli". Gambino replica: "Video estremamente scorretto"
di Filippo Serio
L'accusa in un video postato sui social dopo l'ammonimento, scontro con l'assessore alla Sicurezza di Genova
Si accende la battaglia verbale fra l'assessore alla sicurezza del comune di Genova Sergio Gambino e il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica Malattie Infettive dell'ospedale San Martino, per un video pubblicato da quest'ultimo sui social in cui lamentava l'intervento della polizia locale a casa sua, durante la festa di compleanno del figlio sedicenne.
L'ACCADUTO - E' successo la scorsa notte: allertati forse dai vicini di casa per la musica troppo alta, gli agenti si sono recati nella villa del medico per multarlo e ammonirlo a causa del volume troppo alto della musica. Cosa che non è piaciuta affatto a Bassetti, il quale ha ripreso il momento della notifica con un video poi postato sul proprio canale di Instagram. Secondo Bassetti, la musica in casa "era leggerissima", e "la strada in quel momento era deserta"
Il professore ha poi accusato la Locale di seguire la "regola dei (molto) forti coi deboli e dei deboli coi forti" chiedendo in modo ironico se lo stesso tipo di trattamento sarebbe stato intrapreso anche nei vicoli e aggiungendo gravi accuse sulla gestione della sicurezza in città.
LA REAZIONE - Non si è fatta attendere la replica da parte dell'assessore comunale alla Sicurezza e Polizia Locale, Sergio Gambino: “Voglio rassicurare il prof. Bassetti e tutti i cittadini che la Polizia Locale opera con equità e professionalità in ogni quartiere, senza distinzioni. L’intervento è avvenuto a seguito di un esposto in cui si lamentava l’impossibilità di riposo a causa del volume elevato della musica – specifica Gambino - “La chiamata è giunta alla sala operativa della Polizia Locale alle 23.38 e gli agenti sono giunti sul posto a mezzanotte. Dopo aver verificato da dove provenisse la musica, gli agenti hanno citofonato più volte senza esito poiché il volume dell’impianto sovrastava il suono del campanello. L’ingresso è stato possibile solo a seguito della mediazione di un partecipante alla festa che si trovava nel giardino. Come da regolamento, è stato chiesto di limitare il rumore anche a fronte della presenza di una casa di riposo adiacente alla villa. Il prof. Bassetti ha reagito inveendo contro gli agenti e screditando il corpo della Polizia Locale nel video che tutti possiamo vedere”.
Gambino spiega che "è stato dunque applicato l’istituto dell’ammonimento di cui all’art 3bis del Regolamento di Polizia Urbana in combinato disposto con l’art. 33 comma 3 dello stesso che reca il divieto di disturbo e che impone di cessare la molestia prima di incorrere in una sanzione in caso di rifiuto."
“Quanto da lui affermato - continua Gambino - non solo può creare tensioni verso gli agenti e percezioni falsate, ma è anche estremamente scorretto a livello operativo: per quanto riguarda il centro storico a cui si fa riferimento nel video, infatti, la Polizia Locale ha intensificato i controlli per garantire sicurezza e decoro. Solo nell'ultima settimana, sono stati effettuati numerosi interventi che hanno portato all'arresto di quattro persone per furto e tentato furto, oltre a due arresti per spaccio di sostanze stupefacenti. Inoltre, sono state installate oltre mille telecamere proprio per monitorare al meglio l’intera zona”.
Nello specifico Gambino ricorda che “da gennaio 2024 sono stati effettuati 1622 interventi per disturbo della quiete pubblica, di cui 204 nel centro storico; sono state emesse 126 sanzioni in tutta Genova, di cui 30 nei vicoli e 27 ammonimenti di cui 2 nel centro storico”
Gambino difende l’operato degli agenti che lavorano ogni giorno per mantenere l’ordine in tutta la città, anche nei quartieri più belli, come quello in cui vive il Prof. Bassetti “perché le regole valgono per tutti, ragazzini compresi”.
“La sicurezza è un diritto dei cittadini e la Polizia Locale continuerà a lavorare con impegno per garantirla in tutta Genova. Quindi tranquillizzo Bassetti: non serve cambiare città, ma forse ammettere che talvolta, anche senza cattiva fede, si può sbagliare e che chiunque, facendo parte di una comunità equa, possa essere per questo ammonito” conclude.
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