Genova al nono posto tra le città italiane per grado di trasformazione digitale

di Redazione

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Stilata a Roma la graduatoria ICity Rank. L'assessore comunale Brusoni: "Risultato confortante in un periodo in cui tante città stanno accelerando sul tema"

Genova al nono posto tra le città italiane per grado di trasformazione digitale

Sono stati presentati i risultati di ICity Rank, l’annuale ricerca realizzata da FPA sullo stato di digitalizzazione dei comuni capoluogo italiani.  La graduatoria misura il grado di trasformazione digitale della città e Genova si è posizionata al 9° posto su 108 Comuni capoluogo. La classifica tiene conto di 35 indicatori, dai servizi online al WiFi pubblico, dalle app ai canali social. Questa è l’undicesima edizione di ICity Rank e FPA ha seguito in modo sistematico e approfondito, l’evoluzione digitale delle città italiane nell’ultimo decennio.  

E proprio in questi ultimi dieci anni si è evidenziata una progressiva crescita digitale delle città, con la messa on line di un numero significativo di servizi e la diffusione di social media, app, open data, reti WiFi pubbliche e gratuite.  

Da rimarcare che in uno degli ambiti di indagine della ricerca – il WiFi Pubblico – Genova si è posizionata al secondo posto dietro Firenze e Bergamo, prime ex aequo.  

«Un risultato veramente confortante quello raggiunto da Genovaha commentato l’assessore comunale all'Informatica Marta Brusonisoprattutto se si tiene conto dell’accelerazione che nel 2022 è stata registrata su questi temi: il livello medio di “città digitali” e in “transizione”, come è stato evidenziato, è infatti salito e il numero di capoluoghi in ritardo si è sensibilmente assottigliato. La nostra performance acquista quindi un valore doppio, anche se il nostro obiettivo è fare ancora meglio. In particolare Genova ha illustrato l’applicazione IoT, acronimo che sta per Internet of Things, a una serie di servizi pubblici: la gestione della rete semaforica, la raccolta rifiuti, l’illuminazione pubblica, la gestione del verde e l’Infomobilità. Si tratta di strumenti in grado di integrare processi amministrativi, fornitura “fisica” dei servizi, comunicazione e coinvolgimento all’utenza; il tutto assicurando riduzione dei tempi e capacità di governare lo stato dell’erogazione delle prestazioni. Ritengo che questa sia una strada che concorrerà da un lato a rendere sempre più efficienti le pubbliche amministrazioni, dall’altro a rendere effettivo il diritto di accesso e il concetto di trasparenza e che dal 1990 informa gli enti pubblici». 

Nel corso dell’appuntamento si è ragionato – più in generale – sul ruolo fondamentale che le città hanno come veri e propri laboratori di sperimentazione di attuazione delle strategie per la trasformazione digitale.