Genoa, Zangrillo a ruota libera a Telenord: "Puntiamo all'autosostenibilità, Gilardino è rimasto per merito mio. Ai tifosi chiedo di credere in noi"

di Filippo Serio

4 min, 5 sec

Il presidente rossoblu' ospite a Telenord: "A un certo punto siamo stati costretti a vendere. A Retegui un grande abbraccio. Gudmundsson? Abbraccio l'idea che un giorno possa tornare"

Genoa, Zangrillo a ruota libera a Telenord: "Puntiamo all'autosostenibilità, Gilardino è rimasto per merito mio. Ai tifosi chiedo di credere in noi"

"Ho chiesto proprio oggi a Steven Pasko quale fosse la situazione, se il Genoa fosse ancora di proprietà dei 777: la risposta è stata assolutamente sì. Allo stato di oggi Il Genoa Cfc ad oggi è di proprietà dei 777, così come negli ultimi tre anni ormai - così il presidente del Genoa Alberto Zangrillo, ospite a We Are Genoa

Sul futuro: "L'abbattimento del debito aumenta le nostre responsabilità perchè siamo sotto la lente. Ci aspetta una progressiva evoluzione verso l'autosostenibilità economica, che comporta un percorso difficile, soprattutto in un contesto in crisi come il calcio italiano. Tutti noi dobbiam oessere protesi a andare nel perseguire questo obiettivo che è un atto di responsabilità. Ci metto la faccia, anche su questo. Dobbiamo naviagre in un contesto che non è quello proposto 3 anni fa dai 777 con grandi proclami all'americana e Josh Wander che agitava il pugno sotto la Nord e prometteva la Uefa: questa è storia. Dobbiamo avere il coraggio di rivisitare le nostre aspettative, essere sinceri e coerenti. Quindi, come lo scorso anno avevo detto che l'obiettivo era una salvezza tranquilla, non posso che ribadire l'obiettivo per questo anno".

Continua Zangrillo: "Alla fine della partita con il Verona sono andato a congratularmi con gli arbitri: perchè la manifestazione da parte mia di disappunto manifesto avrebbe giocato negativamente."

"Per essere vincenti ed efficaci bisogna che una serie di situazioni si concretizzino: tranquillità economica, che tutti vadano nella stessa direzione e la certezza assoluta che la nostra gente ci segue, ci supporta e ci tutela, e che continui a credere in noi."

Sul mercato: "Ci siamo liberati di una serie di figure che appesantivano il costo aziendale. Giocatori a cui ero affezionato ma che non facevano parte della rosa ideale di mister Gilardino. 

Sulle parole di Blazquez: "Sono convinto della buona fede di allroa del nostro ceo, secondo me c'è stato un errore di comunicazione. In quel momento la prospettiva di mantenere Gudmundsson e Retegui era ancora reale. L'evoluzione successiva è figlia di questa necessità di un controllo maniacanale che poco si sposa con le azioni razionali di chi fa il mercato. 
Ad un certo punto, abbiamo avuto un imperativo categorico a vendere. Gudmundsson è un ragazzo splendido, pulito, genuino. Sicuramente non gli ha fatto bene essere accusato di essere colui che voleva andare via. Era vittima di dinamiche e personaggi negativi come i procuratori, che hanno a cuore solo i propri interessi. Abbraccio l'idea che un giorno possa tornare"

Su Retegui: "Situazione ancora più difficile. Il ragazzo aveva aspettative personali molto elevante che coincidevano con la volontà di mantenere il posto in Nazionale, qualcuno sentiva che se avesse continuato a giocare per una squadra che non giocava le Coppe, sarebbe stato danneggiato. A lui auguro ogni bene, ricordo che l'abbiamo scoperto noi"

Su Pinamonti "E' una persona seria, è un piccolo Jannik Sinner su cui credo molto. Gollini? Ho molte aspettative, mentalmente è strutturato in modo positivo e merita di essere sostenuto. Posso dire che lui davvero voleva venire al Genoa, per me è già importante questo"

«Il fine è il bene del Genoa e ben venga se ciò dovesse passare attraverso la tacitazione di qualsiasi controversia emersa in questi tempi: significa che la nostra governance internazionale è vincente. Per essere tali serve tranquillità economica, unità di direzione e supporto della nostra gente. Se i genoani non credessero in me, mi porrei delle domande e penserei alla reputazione che mi sono costruito faticosamente. Non ho deleghe, non faccio mercato: sono tutte cose che subisco. In cambio, però, esercito un ruolo istituzionale tra Lega di Serie A e Roma. Lavoro in retroguardia, sono molto libero di mente e senza conflitti personali. Il ceo Blazquez è il padre padrone, a Pegli si fa quello che dice lui. Spors e Dransfield non sono spariti, a loro fa riferimento la proprietà. De Gea e Perisic sono stati due dinieghi di Dransfield: c’è una proposta di un profilo, una condivisione con l’allenatore e l’ascolto della sua opinione e la risposta d’oltre oceano con il pollice alto o pollice verso» aggiunge Zangrillo.

Su Gilardino: "Ho un rapporto personale molto forte con lui, se è rimasto lo si deve anche a me, e ciò me lo riconosce. È una persona che agisce passo dopo passo e ascolta lo staff, da Caridi a Murgita, Raggio Garibaldi e Scarpi: è un piacere vederli lavorare. Con Blessin c’erano 20/25 elementi che non si parlavano tra di loro. Il mister è diventato un comunicatore, sa trasmettere anche grazie a un grande capitano che sa comunicare con i suoi silenzi e il suo comportamento"

Sulle condizioni dei giocatori attualmente infortunati: "Norton-Cuffy potrebbe essere a disposizione a ottobre. A Miretti ho detto che ci serve il prima possibile"