Fissione nucleare, Pichetto Fratin: “Confronto in Parlamento con la legge delega”

di Redazione

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Il ministro dell’Ambiente annuncia un quadro giuridico per preparare l’Italia a eventuali scelte future su fissione e fusione nucleare

Fissione nucleare, Pichetto Fratin: “Confronto in Parlamento con la legge delega”

Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato che sulla fissione nucleare ci sarà un dibattito con le forze politiche in Parlamento, in occasione della presentazione della legge delega. “La valutazione sarà in Parlamento”, ha dichiarato il ministro durante la presentazione della Strategia sull’idrogeno, rispondendo a una domanda relativa alla contrarietà espressa dal deputato Fabio Rampelli, vice presidente della Camera, sulla tecnologia della fissione.

Quadro giuridico per il futuro – Pichetto Fratin ha sottolineato che l’attuale obiettivo del governo è definire un quadro giuridico per preparare il Paese a eventuali decisioni future. “Questo è un dibattito ideologico e scientifico. Noi dobbiamo un dovere in questo momento: dare un quadro giuridico perché nel momento in cui ci siano le condizioni il governo e gli operatori possano decidere”, ha dichiarato il ministro. La scelta su fissione e fusione non è imminente, ma è necessario preparare le basi per rendere il Paese competitivo.

Fusione nel lungo termine – Riconoscendo che la fusione nucleare rappresenta il futuro dell’energia, Pichetto Fratin ha spiegato che questa tecnologia potrebbe diventare una realtà intorno al 2050, o nel migliore dei casi al 2040. “Il migliore in assoluto è la fusione, ma ci viene indicata verso il 2050, i più ottimisti al 2040. Noi dobbiamo mantenere il Paese competitivo e non abbiamo ancora gli strumenti per la fissione di nuova generazione”.

Tempi certi per le certificazioni – Tra le priorità evidenziate dal ministro c’è la necessità di ridurre i tempi burocratici e di certificazione per nuove tecnologie. “Non facciamo la scelta oggi ma dobbiamo dare un quadro giuridico al Paese per evitare che tra 3-4-5-8 anni, di fronte alla necessità di mettere un impianto a fusione o fissione di nuova generazione, non si debba rispondere che ci vogliono quattro anni per avere un ente certificatore riconosciuto dall'agenzia internazionale”.

Rispetto per le opinioni contrarie – Commentando la posizione espressa da Rampelli, Pichetto Fratin ha affermato: “Rampelli ha espresso un'opinione che io rispetto”, sottolineando l’importanza di un confronto ampio e democratico su un tema complesso come il nucleare.