Falsi report sui viadotti, revocati gli arresti domiciliari per Gianni Marrone
di Alessandro Bacci
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Il direttore dell'VIII tronco di Barib sarà interdetto al pubblico servizio per un anno
Il tribunale del Riesame di Genova ha revocato gli arresti domiciliari per Gianni Marrone, direttore dell'VIII tronco di Bari, coinvolto nell'inchiesta sui report 'edulcorati' sui viadotti autostradali. I giudici hanno accolto la richiesta del difensore Egidio Albanese. Il tribunale ha però disposto l'interdizione dal pubblico servizio per un anno. Le motivazioni verranno depositate nei prossimi giorni. Dalla settimana prossima invece verranno discusse davanti alla corte d'appello le posizioni di Luigi Vastola (avvocato Albanese), Gaetano Di Mundo e Francesco D'Antona (assistiti dall'avvocato Gabriele Bordoni). Questi ultimi tre erano stati interdetti per 12 mesi dal gip Angela Nutini.
L'inchiesta sui falsi è nata nel corso delle indagini sul crollo del ponte Morandi, il viadotto autostradale collassato il 14 agosto 2018. Per questo secondo filone, lo scorso settembre erano state eseguite nove custodie cautelari (tre domiciliari e sei interdittive). Secondo l'accusa, sostenuta dal pm Walter Cotugno, i tecnici di Spea - la società che si occupa delle manutenzioni - avrebbe falsificato i report sullo stato di salute dei viadotti, su pressioni di alcuni dirigenti Aspi, per evitare le chiusure o le limitazioni al traffico e per non spendere soldi. Nel corso delle indagini è emerso che alcuni avvocati milanesi, che assistevano Spea, avrebbero istruito i testimoni e avrebbero fatto acquistare ai clienti i jammer, i disturbatori di frequenze per non farsi intercettare.
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