Ex Ilva, il 20 ottobre sciopero di 8 ore. A Roma una delegazione genovese: "Pronti a convocare migliaia di lavoratori"

di Filippo Serio

Nicola Appice (Fim Cisl): "Non c’è più tempo per le parole e le attese"

Questa mattina, di fronte alla sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy è stato convocato un incontro da parte dei sindacati Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm per protestare contro la situazione precaria dei lavoratori di Acciaierie d’Italia. Al centro del dibattito c'è il futuro del comparto siderurgico, con i delegati del sito di Taranto ci saranno anche quelli di Cornigliano e Novi Ligure perché l’ex Ilva ligure dipende strettamente da quello di Taranto.

“Ci incontriamo qui fuori dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy - spiega il delegato Rsu-Fim-Cisl Nicola Appice - per ostacolare questo piano criminale attutato per distruggere la più grande realtà industriale italiana. Vogliamo sapere quali sono i retroscena dell’accordo firmato tra lo Stato e il gruppo ArcelorMittal a marzo 2020. Noi il 6 settembre 2018, dopo 3 lunghi giorni di trattative, avevamo garantito ai lavoratori di Acciaierie d’Italia tutele che prevedevano un piano industriale, un programma di investimenti su tutti i siti e garanzie di reintegro per chi è in libera amministrazione straordinaria”

“Non c’è più tempo per le parole e le attese - dichiara Appice - bisogna intervenire per fermare questa catastrofe nazionale. Siamo alle porte del più colossale fallimento industriale, basta far pagare i lavoratori per gli errori della politica. Noi a Genova abbiamo lanciato lo slogan: ‘meglio una lotta disperata che una disperazione senza lotta, è giunto il momento di mobilitarci, siamo pronti a convocare migliaia di lavoratori da tutta Italia per scendere verso Roma. Il tempo è scaduto”.