Donne, lavoro e disuguaglianze: l'Italia resta ultima in Europa per equità di genere

di M.C.

1 min, 58 sec

Nonostante i proclami, il nostro Paese fatica a colmare il divario tra uomini e donne sul lavoro, con tassi tra i più bassi dell'UE

Donne, lavoro e disuguaglianze: l'Italia resta ultima in Europa per equità di genere

Secondo l’Eige (Istituto europeo per l’equità di genere), l’Italia è fanalino di coda in Europa per quanto riguarda l’equità di genere sul lavoro. Nonostante un incremento generale nei punteggi relativi alla parità di genere, il nostro Paese si distingue negativamente per il divario occupazionale, retributivo e nella partecipazione femminile al mercato del lavoro.

Occupazione femminile - Nel 2022, il tasso di occupazione femminile a tempo pieno in Italia si attestava al 32%, contro il 52% degli uomini. Questo dato rappresenta la percentuale più bassa tra i Paesi membri dell’UE. Sebbene il divario di genere si sia ridotto di 3 punti percentuali dal 2010, tale riduzione è dovuta principalmente a un calo della partecipazione maschile, più che a un effettivo miglioramento delle condizioni lavorative delle donne.

Divario retributivo - I dati Istat del 2023 confermano che le donne in Italia percepiscono una retribuzione media settimanale lorda inferiore a quella maschile: 501 euro contro 643 euro. Tale disparità si riflette anche nei redditi pensionistici, dove le donne, pur rappresentando il 52% dei pensionati, percepiscono solo il 44% dei redditi complessivi, con un importo medio mensile inferiore del 36% rispetto agli uomini.

Carico di lavoro - Le responsabilità domestiche continuano a gravare quasi esclusivamente sulle donne. Nel 2022, il 72% delle donne dichiarava di occuparsi della maggior parte delle faccende domestiche, contro appena il 34% degli uomini. Questo squilibrio impatta negativamente sulla possibilità di carriera e sull’accesso al lavoro full time, limitando ulteriormente l’indipendenza economica femminile.

Durata della vita lavorativa - La vita lavorativa delle donne in Italia è la più breve in Europa: 28 anni contro i 37 degli uomini, un dato che riflette la difficoltà delle donne a mantenere una continuità lavorativa per via del carico familiare e delle disparità occupazionali.

Politica e società - Anche in politica il quadro è desolante. La percentuale di donne tra i ministri è scesa dal 31% nel 2023 al 30% nel 2024. Un segnale che evidenzia come, nonostante la leadership femminile al vertice del Governo, i passi avanti siano ancora troppo lenti.

Rischio povertà - Le disparità lavorative ed economiche si traducono in un maggiore rischio povertà per le donne: nel 2022 riguardava il 21% delle donne contro il 18% degli uomini. Tale vulnerabilità colpisce tutte le fasce della popolazione, a prescindere da età, livello di istruzione o paese di nascita.

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