Diga Foranea di Genova, ultimo atto del dibattito pubblico: la relazione finale
di Marco Innocenti
Il coordinatore Andrea Pillon illustra gli esiti degli incontri e la sintesi che ne è scaturita
E' il giorno della relazione finale del coordinatore del dibattito pubblico sul progetto della Diga Foranea, Andrea Pillon. Alle 17.00, infatti, in diretta streaming, Pillon presenta la sua relazione sull'esito del dibattito, alla presenza di Caterina Cittadino, presidente della Commissione nazionale per il dibattito pubblico, di Giuseppe Catalano, coordinatore della struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, e del presidente dell'Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini.
"Questa relazione - ha spiegato Andrea Pillon - deve contenere la descrizione delle attività svolte nel corso del dibattito pubblico, con la sintesi dei temi, le posizioni e le proposte che sono arrivate nel corso degli incontri effettuate, con particolare attenzione ai nodi più problematici a cui si dovrà rispondere. Ho riassunto le 18-19 domande chiave emerse nel corso del dibattito pubblico. Partiamo dai numeri per dare un quadro d'insieme: abbiamo fatto 12 incontri in tutto, coinvolgendo 903 soggetti differenti, raggiungendo quasi 4mila utenti unici e oltre 60mila persone attraverso i canali televisivi".
"I temi emersi possono essere divisi in due gruppi - ha aggiunto Pillon - I primi sono inerenti l'opera diga foranea, i secondi sono strettamenti connessi con l'opera ma riguardano la città e molto altro. Nel corso del dibattito è emersa una sostanziale condivisione della necessità di costruzione dell'opera. Non sono emerse opposizioni. Più critiche sono invece quelle relative alla sostenibilità economica dell'opera. Un altro elemento emerso è che la realizzazione dell'opera sia legata al potenziamento delle infrastrutture ferroviarie interne ed esterne al porto ma anche tutte le altre connesse al Programma Straordinario di sviluppo portuale, con il trasferimento modale delle merci su ferro considerato dai più come strategico per lo sviluppo futuro del porto".
"Uno dei temi più dibattuti riguarda la sostenibilità economica dell'opera. Sono emerse critiche sul documento di analisi costi-benefici circa le stime di crescita, le ricadute occupazionali reali, i calcoli di esternalità negative in particolare quelli ambientali ma gli altri due temi emersi riguardano la necessità di inquadrare l'opera in un panorama nazionale ed europeo e capire come l'opera andrà a influire sugli altri porti nazionali ma anche del resto d'Europa. Alcuni quaderni poi chiedono di indagare meglio l'impatto dell'opera su altri settori come quello aeroportuale o della nautica e della cantieristica".
"L'altro tema di discussione ha riguardato le 3 alternative di progetto - ha proseguito - E' risultato che tutte le tre alternative rispettano normative e standard di sicurezza ma presentano vantaggi e svantaggi. Capitaneria di porto e servizi tecnico-nautici hanno espresso una chiara preferenza per le soluzioni di levante, la 2 e la 3, con una preferenza per la 3 che darebbe maggiori garanzie di sicurezza, sul tema dell'imbarco dei piloti ma soprattutto il potenziale raddoppio delle manovre. Ci sono anche posizioni che individuano la soluzione 4 come quella preferita, ritenuta migliore per unos viluppo inferiore, minori costi e impatti ambientali e di tempi di realizzazione".
"nel corso del dibattito però sono stati raccolti 18 quaderni degli attori che propongono soluzioni migliorative o alternative. Si dividono in due famiglie: una che interviene proponendo integrazioni alle 3 soluzioni, altri che invece propongono soluzioni completamente diverse, che considerano la diga l'occasione per rivedere altri comparti, come lo spostamento dei depositi chimici o la pista dell'aeroporto. Anche qui quello che si chiede al proponente è di valutare queste proposte e quali integrazioni si potrebbero ammettere o meno".
"Ci sono poi gli aspetti legati alle attività portuali. Il dossier di progetto ha basato le considerazioni sulle grandi navi portacontainer ma molti attori riferiscono che la diga dovrebbe permettere lo sviluppo del maggior numero di categorie possibili, come quelli della nautica da diporto e i cantieri navali. Le soluzioni 3 e 4 consentirebbero lo sviluppo anche di queste categorie. Altro tema molto dibattuto è quello dei vincoli aeroportuali. L'operatività della diga nella sua fase B - ha spiegato - in questo momento è sottoposta a tali vincoli che dovranno essere valutati nei successivi step di progettazioni. Sono emerse proposte che tendono a trovare soluzioni che consentano uno sviluppo dei terminal di Sampierdarena e la coabitazione con l'operatività dell'aeroporto".
"Altro tema è quello della cantierizzazione. Su questo tema le risposte date non sono state così approfondite perché non potevano esserlo data la fase preliminare. Su questi aspetti sono state fatte diverse domande e il proponente ha detto che sarebbero state valutate in un secondo tempo. I temi più ricorrenti sono legati a quale sarà l'operatività del porto nel corso del cantiere e il trasporto e reperimento dei materiali, oltre a quale sarà l'impatto sull'ambiente e sulla viabilità locale. E' stato dibattuto molto anche il tema che riguarda lo sfruttamento della Diga come piattaforma per l'installazione di impianti fotovoltaici. Sono state presentate diverse soluzioni, soprattutto per l'installazione di pale eoliche con pali di altezze differenti. E' stato anche suggerita la possibilità di sfruttare il moto ondoso o con l'installazione di pannelli fotovoltaici, entrambi però scartati per motivi differenti. Sulle pale eoliche invece il tema è rimasto vivo, facendo emergere però anche criticità soprattutto per l'incompatibilità con il cono dell'aeroporto e per il rumore".
"Il tema poi dell'impatto ambientale è stato trasversale a quasi tutti gli incontri, soprattutto per quello che riguarda la qualità dell'aria. Si è parlato dell'elettrificazione delle banchine e dell'utilizzo di carburanti non inquinanti. Sono emerse molte proposte come l'elettrificazione di tutta l'area del porto o l'inibizione dell'ingresso in porto delle navi più vecchie e inquinanti. Si è poi discusso degli impatti sull'ambiente marino e dell'impatto visivo che il quartiere di Sampierdarena subirà rispetto alla realizzazione dell'opera e all'ingresso delle grandi navi. I progettisti avevano proposto alcuni render ma questo aspetto andrà approfondito nelle fasi successive".
"Alcune categorie economiche - conclude Pillon - hanno proposto che la diga possa diventare un elemento di attrazione turistica, localizzando su di essa ad esempio dei fasci luminosi che la rendano un luogo distintivo per la città. L'opera quindi anche come elemento di contatto e di fruizione da parte della città".
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