Diano Castello, migranti, rivolta contro il Cpr in caserma dismessa: Scajola "Offesa al territorio", Ioculano "Scelta scellerata"
di Redazione
Il Viminale ha scelto la "Camandone", inutilizzata da tempo, come sede del centro per il rimpatrio degli irregolari
Il Cpr (centro per il rimpatrio) dei migranti, che secondo il Viminale dovrà sorgere nell'ex caserma Camandone di Diano Castello, suscita una protesta politica trasversale. "Credo che sia un'offesa al nostro territorio - dice l'assessore regionale Marco Scajola - e una mancanza di rispetto, perché non ci sono stati confronto e condivisione. E' la classica decisione arrivata dall'alto che non non vogliamo assolutamente tollerare".
"E' una decisione che ci trova contrari - ha aggiunto -. Sono anche abbastanza sorpreso che, alla fine, ci sia stata questa accelerazione da parte del ministero. Mi auguro che il prefetto segnali la contrarietà forte di questo territorio, dei sindaci interessati e della Regione Liguria, sulla scelta di una delle località ad altissima partecipazione e frequenza turistica, per mettere un luogo come il cpr. Spero - ha concluso Scajola - che i nostri parlamentari eletti sul territorio possano intervenire e far sentire la loro voce e quella del territorio".
All'assessore della giunta Toti fa eco il consigliere regionale di opposizione Enrico Ioculano: "Alla fine l'inutile centro di permanenza per il rimpatrio è arrivato e a pagarne il prezzo sarà l'area del dianese. Come Pd abbiamo sempre sostenuto che un Cpr nella nostra provincia non servisse, per le dinamiche della migrazione del nostro territorio. È stato invece più volte invocato dalla Lega e in particolar modo dal sindaco di Ventimiglia e questo è il risultato visibile a tutti".
"Non condividiamo la scelta, non condividiamo l'utilità e non condividiamo le modalità con cui si è arrivati a definire l'apertura di questo centro - sostiene Ioculano -. Quando si aprono strutture di questo tipo e lo Stato investe delle risorse economiche porre dei limiti in termini di persone ospitate è una pura illusione, perché solo chi non ha esperienza in questo campo sa che a seconda dell'emergenza la disponibilità numerica si deve ampliare. La realtà ci dice che le strutture si dimensionano in base alle necessità e all'urgenza contingente. Dispiace - conclude Ioculano - per quelle comunità e per quei sindaci che dovranno subire questa imposizione da parte del Ministero, ma sanno senz'altro a chi devono imputare la responsabilità di una scelta così scellerata".
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