Cinema: la regista genovese Giardina dedica un film al poeta Dario Bellezza, musiche di Aldo De Scalzi e Pivio
di Redazione
Scoperto da Pasolini, ebbe come "madrine" letterarie Amelia Rosselli, Anna Maria Ortese ed Elsa Morante
Si terrà a Roma, martedì 14 novembre al Nuovo Cinema Aquila, la prima assoluta del film "Bellezza, addio", dedicato al poeta Dario Bellezza e con un'anima ligure: a dirigerlo è infatti la regista genovese Carmen Giardina, insieme con Massimiliano Palmese, stesso duo de "Il caso Braibanti"; a firmare la colonna sonora sono invece Pivio e Aldo De Scalzi, storici coautori di musiche da film di grande successo nella critica e nel pubblico.
Alla prima interverranno Gloria e Ilaria Bellezza, sorella e nipote del poeta, Ulisse Benedetti, Ninetto Davoli, Giuseppe Garrera, Maurizio Gregorini, Dino Ignani, Fiammetta Jori, Renzo Paris, Elio Pecora e Paco Reconti.
Prodotto da Zivago Film e Luce Cinecittà, e presentato in anteprima mondiale alla 59ma Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro - appuntamento storico per il cinema d’autore, dove la coppia di registi ha trionfato nel 2020 con “Il caso Braibanti” - “Bellezza, addio”, ha ricevuto il Premio del Pubblico e alla Miglior colonna sonora al festival “Inventa un film” Lenola 2023, e la Menzione Speciale della Giuria alla 21a edizione del Florence Queer Festival. Proiettato al Napoli Film Festival e in occasione del Premio Internazionale di Cinema e Narrativa “Efebo d’oro” di Palermo, sarà al “Via Emilia Doc Fest” di Modena il 16 novembre.
Attraverso le testimonianze di intellettuali e compagni di strada, come i poeti Renzo Paris e Elio Pecora, il critico Franco Cordelli, Barbara Alberti, Ninetto Davoli, Nichi Vendola, Paco Reconti, "Bellezza, addio" racconta l’intero arco temporale (1944-1996) fulminante di una vita troppo breve, in cui sta condensata una costellazione tra le massime della cultura italiana, e non solo, del ‘900. ‘Miglior poeta della nuova generazione’ lo consacra da giovanissimo Pier Paolo Pasolini, con cui instaura un sodalizio fedele. ‘Rimbaud di Monteverde’ una definizione della misura del suo talento. Il ragazzo che riesce a tessere fraterne amicizie con tre ‘madri’ diverse, tra le massime autrici del secolo: Amelia Rosselli, Elsa Morante, Anna Maria Ortese. Il poeta che ad appena 28 anni con ‘Lettere da Sodoma’ dona alla narrativa italiana il primo racconto esplicito dell’amore omosessuale. L’uomo irriverente, pudico, appartato e in grado di farsi personaggio televisivo, meditativo e vitalissimo in un’epica di notti romane, simbolo spontaneo delle lotte per la libertà sessuale, e con la stessa traumatica fine per AIDS, capace di mostrare tutte le contraddizioni dell'Italia, e superarle di slancio con la sua passione, ironia, amore.
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